Siria: dissidenti invocano sostegno esercito a rivolta

BEIRUT 25 MAG In una Siria sco – BEIRUT, 25 MAG – In una Siria scossa da circa due mesi e mezzo di proteste anti-regime e dalla sanguinosa repressione decisa dalle autorita', ''nell'ambito del piano di profonde riforme'' annunciate dal presidente siriano Bashar al-Assad il governo di Damasco ha deciso la riduzione di un quarto del costo del combustibile domestico e ha annunciato la formazione di due nuove commissioni, incaricate di preparare il terreno per l'elaborazione di una nuova legge sui media e per l'avvio di riforme economiche. Il fronte interno ed estero del dissenso convoca intanto nuove ''manifestazioni pacifiche'' di protesta in tutto il Paese per venerdi' prossimo, tradizionale giorno di preghiera musulmana. Sui social network dei dissidenti e oppositori e' stato ribattezzato il ''Venerdi' dei difensori della patria'', prendendo spunto dal titolo dell'inno nazionale siriano. Il logo scelto per questo probabile undicesimo venerdi' di protesta consecutivo e' l'immagine di Yussuf al Azme, eroe della lotta per l'indipendenza siriana dal mandato francese. L'agenzia ufficiale Sana, dal canto suo riferisce oggi dell'uccisione da parte di un ''gruppo armato terrorista'' di tre poliziotti in un agguato teso nei pressi di Homs, terza citta' siriana e a nord di Damasco. ''L'esercito e' il nostro esercito¿!'', si legge sul sito Syrian.Revolution che chiede alle forze armate, finora fedeli al regime, di unirsi alle proteste. ''Ci rivogliamo a voi, la terra e' la nostra terra e il popolo ha deciso!''. I media governativi calcolano che dall'inizio dell'''attuazione del complotto da parte di potenze straniere'', i ''terroristi salafiti'' hanno ucciso oltre 120 tra militari, agenti delle forze di sicurezza e di polizia. L'organizzazione per la difesa dei diritti umani in Siria, Sawasiya, fondata da Muhannad al Hasan attualmente in carcere, ha invece fatto sapere ieri di aver compilato una lista di oltre 1.100 persone uccise, per lo piu' civili, in due mesi e mezzo di proteste. Gli attivisti affermano che il maggior numero di vittime si e' registrato nella regione meridionale di Daraa. A questi – affermano da Sawasiya – vanno aggiunti 200 morti di cui non si conoscono ancora le generalita'. Un bilancio analogo era stato fornito ieri dall'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), secondo cui 1.062 siriani sono stati uccisi dalla meta' del marzo scorso. L'Ondus afferma che le persone arrestate in queste dieci settimane sono oltre 10.000. Dalla Turchia, il cui governo e' uno stretto partner commerciale della Siria e, fino alla vigilia delle prime proteste, anche un importante alleato politico, arriva la conferma che dal 31 maggio al 6 giugno prossimi ad Antalia, nel sud del Paese, i dissidenti siriani si riuniranno i siriani di ''tutte le componenti del Paese, tutte le professioni, tutte le visioni politiche e ideologiche, tutte le confessioni religiose, tutte le etnie'', per ''sostenere la rivoluzione e le legittime rivendicazioni del popolo, per esprimere solidarieta' con i manifestanti senza pero' imporre una tutela sul movimento''. Dal canto suo la Sana riporta oggi la notizia che il presidente Assad ha incontrato a Damasco predicatori e gli imam delle moschee della regione di Daraa, epicentro meridionale delle proteste e della conseguente repressione, discutendo con loro del ruolo che gli ''uomini di fede svolgono in questa fase in cui l'atmosfera positiva si sta radicando nella provincia''. E a due giorni dalla decisione dell'Ue di sanzionare direttamente il presidente Assad e altri membri del suo entourage, il quotidiano libanese as Safir ha riferito oggi che il premier siriano Adel Safar ha incontrato ieri il rappresentante per il Medio Oriente della societa' petrolifera francese Total, Arnaud Breuillac.

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