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Siria, tra la gente di Damasco cresce la paura dei raid

di Maria Elena Perrero |28 Agosto 2013 21:12

Esplosione a Damasco (Foto Lapresse)

DAMASCO –  A Damasco ”comincio a vedere la paura negli occhi della gente”: a riassumere lo stato d’animo con cui la capitale siriana aspetta i possibili imminenti raid degli aerei e dei missili cruise è una residente, Rula. E mentre la città abituata ormai alla psicologia di guerra appare affollate come prima e per le strade si vede ogni tanto qualche manifestazione di patriottismo, ora però gli abitanti si affannano a fare scorta di acqua e viveri e a cercare possibili rifugi.

”Viviamo nella capitale. Ogni incrocio, ogni strada e ogni quartiere ha degli obiettivi governativi. Dove ci possiamo nascondere?”, chiede un’infermiere in un ospedale semivuoto. Non lontano, in un negozio di alimentari, i clienti fanno incetta di cibi secchi e di scatolette, temendo di dover affrontare la fame, anche se le merci più richieste sono le batterie e l’acqua minerale.

”La gente ha l’abitudine di fare scorta di cibo in abbondanza, ma non ho mai visto persone acquistare così tanti viveri e acqua in una volta sola”, dice ancora Rula. Nei sobborghi si vedono anche lunghe file in banca e agli sportelli bancomat.

L’atmosfera tetra e dell’attesa è rotta ogni tanto da qualche sostenitore di Bashar el Assad che cerca di risollevare il morale e di pungolare un po’ di ”orgoglio nazionale”: qualche gippone Hummer con gli altoparlanti che diffonde canti patriottici, qualche bandiera siriana dipinta su blocchi cemento o sull’asfalto delle strade.

Qualcuno, interpellato dall’inviato di France24, dice di non credere che, alla fine, ci sarà un attacco: ”E’ impossibile che possa succedere da noi. Grzie a Dio, non abbiamo paura. Non accadrà nulla”, dice un giovane. Ma i residenti che sembrano i più angosciati sono quelli che abitano nei sobborghi di Hameh, Jumraya (colpita due volte dall’aviazione israeliana lo scorso anno) o Qudsiya, coscienti di vivere accanto a basi militari, depositi di munizioni o centri di ricerca.

E così chi può, chi ha qualcuno che lo ospita, si sposta dalle periferie nel centro storico o nella campagna. Zaina, che vive a Hameh, racconta che i suoi vicini stanno facendo i bagagli alla ricerca di una camera d’albergo o un appartamento in affitto in centro. ”Cercano di spostarsi il più lontano possibile dai siti militari. La gente cerca di andare in zone come Mashrou Dummar o nella Vacchia Damasco’‘, spiega Zaina, alla cui famiglia un’amica ha prestato casa. ”Ma la mia amica? La sua famiglia vive tutta nel quartiere. E loro dove vanno?

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