Siria, nord-est in fiamme: quasi 40 morti negli scontri

ROMA, 5 GIU – Quasi 40 persone sono rimaste uccise nella citta' di Jisr al-Shughour, nel nord-est della Siria, in scontri tra forze di sicurezza e manifestanti anti-regime iniziati nella giornata di ieri e proseguiti anche oggi, nel giorno in cui Damasco denunciava le vittime provocate sul Golan dalle forze israeliane.

Secondo quanto hanno raccontato testimoni a alcune organizzazioni per la difesa dei diritti umani, tutto e' iniziato quando gruppi di tiratori scelti, dal tetto del palazzo delle poste ieri hanno aperto il fuoco contro un corteo funebre durante le esequie di sei dimostranti morti venerdi.

I civili uccisi nelle ultime 24 ore sarebbero stati almeno 31. Al conto delle vittime, vanno aggiunti anche sei poliziotti, secondo quanto ha detto alla BBC Rami Abdul Rahman, dell'Osservatorio siriano per i diritti umani. Altri attivisti dell'opposizione, stando all'emittente britannica, hanno accusato le forze di sicurezza di avere sparato sulla folla con mitragliatrici e lanciagranate.

Damasco oggi ha accusato le forze israeliane di avere ucciso almeno 20 manifestanti palestinesi e siriani sulle alture del Golan in occasione dell'anniversario della Guerra dei sei giorni del 1967. La repressione delle proteste anti-Assad, tuttavia, non si e' fermata.

L'agenzia ufficiale Sana ha confermato che a Jisr al-Shughour sono stati uccisi quattro agenti di polizia, chiamando in causa per i disordini ''gruppi di terroristi che hanno seminato il terrore tra i cittadini che chiedevano protezione alle autorita''. La Tv ha mostrato anche le immagini di diversi edifici danneggiati e con le mura annerite dal fumo. Alcuni, secondo l'emittente, erano commissariati di polizia.

La situazione resta tesa anche a Hama, a 200 chilometri a nord di Damasco, dove nella giornata di venerdi, secondo alcune Ong, le forze di sicurezza hanno ucciso 60 manifestanti che chiedevano le dimissioni del presidente.

Nella capitale, invece, alcune decine di giovani sono sfilati in corteo in una piazza del centro cittadino per inneggiare al presidente. ''Il popolo e' con Bashar el Assad'', hanno scandito in coro.

I pochi giornalisti stranieri che operano in Siria sono soggetti a diverse restrizioni ed e' difficile tracciare un bilancio attendibile delle proteste popolari contro il regime iniziate alla meta' di marzo. Varie Ong parlano comunque di 1.100 civili morti e di almeno 10 mila arresti.

Intanto più di 450 prigionieri politici e di coscienza, fra i quali islamisti e curdi, sono stati liberati dopo l'annuncio martedì scorso (31 maggio) di una amnistia generale, secondo l'Osservatorio siriano dei diritti dell'uomo.

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