Siria, con gli osservatori arabi i manifestanti tornano in piazza

Pubblicato il 30 Dicembre 2011 - 20:19 OLTRE 6 MESI FA

BEIRUT – Incoraggiati dalla presenza di decine di osservatori della Lega Araba, centinaia di migliaia di siriani sono tornati in massa nelle strade e nelle piazze delle localita' epicentro della rivolta nell'ultimo venerdi' del 2011, mentre l'Esercito libero (Esl), che coordina le azioni dei militari disertori, ha annunciato di aver ordinato la sospensione di tutte le operazioni contro le forze lealiste.

Nonostante la presenza di una cinquantina di delegati della Lega Araba, sparsi oggi tra Latakia, Idlib, Daraa, Homs, Hama e alcuni sobborghi di Damasco, la repressione militare e poliziesca ha mietuto le sue vittime giornaliere: almeno 26, quasi tutti civili, secondo la lista dettagliata e aggiornata in tempo reale del Centro di documentazione delle violazioni in Siria, legato ai Comitati di coordinamento locali degli attivisti anti-regime.

In serata a Duma, sobborgo di Damasco, un membro della missione della Lega Araba e' salito su un palco per rivolgersi alla folla di oltre centomila manifestanti anti-regime: ''Il nostro obiettivo e' di osservare, non di deporre il presidente''. ''Siamo qui per riportare in Siria pace e sicurezza'', ha aggiunto parlando con un altoparlante da un podio improvvisato.

L'osservatore ha comunque rassicurato i manifestanti sul fatto che la missione araba riportera' al Cairo quanto documentato sul terreno: ''Per quanto ho ascoltato, e' stato sparso del sangue. Questo e' certo'', ha detto. Dalla folla si e' poi alzata una voce: ''Mio figlio e' un martire, lo hanno ucciso!''.

Il bilancio provvisorio di oggi, destinato a salire col passare delle ore, registra nove caduti a Hama e dintorni, dove decine di migliaia sono tornati a radunarsi nella centrale piazza dell'Oronte, teatro in estate di uno dei piu' imponenti raduni di tutta la rivolta siriana e poi disperso con la forza all'inizio di agosto, causando la morte di un centinaio di persone in 48 ore.

Almeno altri cinque civili sono stati uccisi a Homs, dove nel turbolento quartiere di Khaldiyye, nella parte nord della terza citta' del Paese, si sono radunate altre migliaia di persone, molte delle quali piantando tende e sperando di allestire una mini piazza Tahrir nella Siria centrale.

Il riferimento alla Tahrir del Cairo era risuonato sin da ieri negli appelli su Internet lanciati dagli attivisti, che hanno battezzato il tradizionale giorno settimanale di protesta come ''il Venerdi' della marcia verso le piazze della liberta'''.

L'agenzia ufficiale Sana ha diffuso le notizie di esplosioni di ordigni, senza causare vittime, a Dayr az Zor, Hama e in altre localita', e quella dell'uccisione da parte di terroristi della figlia di un generale in pensione, Abdel Jabbar Kahhis, a Salamiya, localita' a maggioranza ismailita (branca dello sciismo) nei pressi di Hama.

Sempre la Sana ha riferito di manifestazioni lealiste in diverse citta' del Paese, pubblicando foto, senza data, di raduni a Damasco, Aleppo, Hasake, Tortosa, Latakia, Suwayda e Homs. Un'immagine che contrasta con i numerosi filmati amatoriali (nonostante la presenza di osservatori arabi, nessun cameraman indipendente puo' filmare liberamente cio' che accade nel Paese) pubblicati in queste ore in Rete e che mostrano centinaia di migliaia di lealisti radunarsi nelle piazze dei vari centri urbani.

Cosi' e' accaduto anche a Daraa, dove si sono registrati finora cinque uccisi, ma soprattutto a Idlib, capoluogo della regione nord-occidentale confinante con la Turchia e di cui alcune aree sembrano non esser piu' sotto controllo delle forze del regime. Secondo attivisti e testimoni oculari, ben 250mila manifestanti si sono radunati a piazza Hanano a Idlib. Mentre oltre 100mila hanno raggiunto la piazza antistante la Grande Moschea di Duma.

Raduni e cortei anche in altri sobborghi della capitale (Daraya, Hajar Aswad, Dumayr) e quartieri periferici della citta', il cui centro e' presidiato in modo massiccio dalle forze di sicurezza e dalle milizie lealiste.