DAMASCO – Il gesuita italiano Padre Paolo Dall’Oglio è stato rapito in Siria da islamisti di un gruppo filo-Al Qaeda. Lo riferiscono attivisti anti-regime. Il ministero degli Esteri italiano ha avviato le opportune verifiche. Al momento Dall’Oglio non è raggiungibile telefonicamente: al cellulare siriano risponde una voce registrata dicendo che l’apparecchio “è al momento spento”. Nessun segnale invece sul numero di cellulare italiano.
Le fonti hanno detto alla Reuters che Padre Dall’Oglio è stato rapito nella città di Raqqa, controllata dai ribelli. I rapitori sono combattenti dello Stato Islamico in Iraq, affiliazione irachena di Al Qaida.
Dall’Oglio, gesuita, che ha lavorato per anni in Siria adoperandosi per il dialogo interconfessionale, ha preso posizione in favore dell’insurrezione contro Bashar Al Assad ed era stato espulso dalla Siria lo scorso anno.
Romano, 58 anni, Dall’Oglio è noto per essere stato il rifondatore, negli anni ottanta del monastero cattolico siriaco Mar Musa (Monastero di san Mosè l’Abissino), nel deserto a nord di Damasco.
Il suo attivismo gli ha causato l’ostracismo del governo siriano, che ne decretò l’espulsione durante il soffocamento delle proteste popolari del 2011, effettuata materialmente il 12 giugno 2012.
A febbraio era rientrato in Siria dal Kurdistan iracheno in un pellegrinaggio “del dolore e della testimonianza”.
In un’intervista rilasciata all’Ansa, aveva raccontato: ”Sono qui per esprimere solidarietà a tutto il popolo siriano, dimenticato dall’irresponsabilità internazionale”. E’ di appena qualche giorno fa l’appello lanciato a papa Francesco affinché il pontefice promuovesse “un’iniziativa diplomatica urgente e inclusiva per la Siria”.
Lo “Stato islamico dell’Iraq e del Levante” – ovvero i presunti rapitori di Dall’Oglio – è stato presentato ufficialmente come organizzazione unitaria su internet lo scorso aprile dal capo dello Stato Islamico dell’Iraq, Abu Bakr al-Baghdadi.
Al-Baghdadi aveva detto che il suo gruppo in Iraq, manifestamente collegato con l’organizzazione terrorista di al-Qaida, ha addestrato e finanziato i combattenti del Fronte al-Nusra in Siria (già nella lista nera degli Stati Uniti) fin dall’inizio della rivolta, due anni fa, in Siria.
Al-Baghdadi, in una delle dichiarazioni postate su siti web islamici, aveva affermato che i due gruppi intendono operare sotto un solo nome, quello appunto di “Stato Islamico dell’Iraq e del Levante”. “Adesso è ora di dichiarare di fronte al popolo del Levante e al mondo che il Fronte al-Nusra non è che un’estensione dello Stato Islamico dell’Iraq e parte di esso”, ha detto Baghdadi.
Il leader di Al Qaida Ayman al-Zawahri non ha tuttavia mai riconosciuto la fusione tra i due gruppi combattenti siriano ed iracheno.