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La Siria lancia razzi in Libano. La Turchia schiera 250 carri armati sul confine

di Lorenzo Briotti |15 Ottobre 2012 12:44

Il premier turco Recep Tayyip Erdogan (LaPresse)

BEIRUT – La Turchia ripete di non volere la guerra con la Siria, ma continua a prepararsi come se stesse per farla e ammassa armi e truppe al confine: circa 250 carri armati della Mezzaluna sono schierati lungo la frontiera, riferisce la stampa di Ankara, mentre 70 caccia bombardieri sono stati trasferiti a Diyarbakir e Malatya e alla base di Kurucekè  stato attivato il sistema radar antimissili dello ‘scudo’ Nato. La tensione, insomma, resta altissima. E si alza anche al confine con il Libano, dopo che dieci razzi lanciati da jet siriani durante un attacco contro postazioni ribelli sono caduti fuori bersaglio nella valle della Bekaa, in territorio libanese, senza fare vittime.

In Turchia invece un F16 turco si è levato in volo da Diyarbakir (due secondo alcune fonti) per andare ‘incontro’ a un elicottero militare di Damasco nella zona del villaggio siriano di Azmarin – teatro di scontri fra ribelli sunniti e forze governative mentre gli abitanti fuggono in Turchia attraversando il fiume Oronte – che si era avvicinato troppo al confine e allontanarlo.

Non cala neppure il livello di scontro verbale fra Turchia, Siria e Russia sull’incidente del volo di linea Mosca-Damasco intercettato mercoledì 10 dai caccia turchi, che ha creato nuove pericolose scintille in quella che è ormai una ‘quasi guerra’ fra i due vicini mediorientali. Il premier islamico nazionalista turco Recep Tayyip Erdogan ha difeso il blitz aereo – un ”atto di pirateria” per la Siria – sostenendo che a bordo dell’aereo c’erano ”munizioni” e ”attrezzature” militari russe per la Siria. Damasco lo ha accusato di ”mentire” e lo ha sfidato a ”mostrare” le presunte armi per ”provare quanto dice”.

Anche Mosca ha smentito. Il ministero degli esteri russo Serghiei Lavrov ha poi precisato che a bordo dell’aereo non c’erano armi bensì ”materiale tecnico elettrico per stazioni radar”: una ”attrezzatura a doppio uso (civile e militare, ndr), ma che non è vietata”. Insomma, ”un carico legale che un fornitore russo legale consegnava in maniera legale a un cliente legale”. Mosca ha anche accusato Ankara di avere messo a rischio la vita dei 37 passeggeri e membri dell’ equipaggio fra cui 17 russi.

Secondo la stampa turca il materiale sequestrato era destinato alla difesa antiaerea siriana. Sul rischio di una guerra fra Ankara, che sostiene i ribelli sunniti anti-Assad, e Damasco è in atto anche un duro scontro nella politica turca. L’opposizione è contro la guerra, come secondo i sondaggi una netta maggioranza della popolazione. Il parlamento turco controllato dall’Akp di Erdogan ha bocciato una mozione di censura presentata dal leader dell’opposizione Kemal Kilicdaroglu contro il capo della diplomazia Ahmet Davutoglu, accusato di attuare una politica ”pericolosa e rischiosa per il paese”. Kilicdaroglu lo ha definito ”un ministro degli esteri la cui incompetenza e’ nota a tutto il pianeta”.

Davutoglu lo ha querelato. Fra gli alleati occidentali della Turchia, che finora hanno manifestato un chiaro appoggio ad Ankara, cresce secondo diversi analisti la preoccupazione per la linea ‘muro contro muro’ di Erdogan e per il rischio di un conflitto che rischierebbe di infiammare tutto il Medio Oriente. Domani sono attesi a Istanbul per colloqui con Davutoglu il mediatore internazionale sulla Siria Lakhdar Brahimi e il ministro degli esteri tedesco Guido Westerwelle.

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