BEIRUT – La stampa governativa siriana ha sollevato stamani sospetti sulla natura del carico giunto due settimane fa all'aeroporto di Beirut a bordo di un aereo della Cooperazione italiana e diretto ai profughi siriani nel nord del Libano: dubitando che il velivolo abbia trasportato aiuti umanitari e lasciando intendere che abbia invece portato non meglio definito "materiale" a quelli che definisce "terroristi", responsabili, per Damasco, delle violenze nel Paese.
"Cosa ci fa un aereo italiano?", titola in prima pagina il quotidiano Tishrin, uno dei tre giornali del regime siriano, scosso da dieci mesi da una rivolta popolare senza precedenti e contenuta con una sanguinosa repressione che ha costretto alla fuga, in Turchia, Giordania e Libano, più di dieci mila siriani. Il 16 dicembre scorso era atterrato all'aeroporto di Beirut un aereo della Cooperazione italiana che aveva trasportato 17 tonnellate di aiuti umanitari, per un valore di 200 mila dollari, destinati a parte dei circa 6.000 profughi siriani della regione libanese dell'Akkar.
Nell'articolo Tishrin cita i vertici del movimento libanese filo-siriano dei Murabitun, ex milizia sunnita: "L'aereo italiano, arrivato di recente all'aeroporto di Beirut e che si è detto trasportasse medicinali, non è altro che un segnale della decisione americana di usare il Libano come corridoio per colpire la Siria".
Dieci giorni fa, e una settimana dopo l'arrivo a Beirut del carico umanitario italiano, il ministro della difesa libanese, Fayez Ghosn, aveva affermato che terroristi di Al Qaida presenti in Libano si erano infiltrati in Siria passando per il "corridoio" dell'Aarsal, zona frontaliera della valle orientale della Bekaa. L'ambasciata d'Italia in Libano aveva riferito il 16 dicembre che il materiale giunto a bordo dell'aereo italiano era stato consegnato ai rappresentanti della commissione per i soccorsi del governo libanese e dell'Alto commissariato dell'Onu per i rifugiati (Unhcr).
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