Slovacchia, strage di rom a Bratislava: l’omicida-suicida era un poliziotto

Strage di rom a Bratislava. Un uomo, forse un ex poliziotto o un ex militare, ha fatto irruzione stamattina in un’abitazione alla periferia della capitale slovacca e ha aperto il fuoco con un mitra e altre armi, uccidendo quattro donne e due uomini, tutti appartenenti alla stessa famiglia. Un’altra donna è morta dopo essere stata colpita da una pallottola vagante.

L’uomo si è messo poi a sparare all’impazzata per strada, ferendo altre 15 persone, e dopo, circondato dalla polizia, si è tolto la vita. I corpi di cinque delle sette vittime sono stati trovati all’interno dell’abitazione, nel sobborgo di Devinska Nova Ves. Un altro cadavere è stati trovato nell’ingresso e il settimo, quello di una donna di 52 anni non appartenente alla famiglia rom, sul balcone di un’altra casa dal quale si era affacciata.

L’assassino era uno slovacco di 50 anni, un ex poliziotto o un ex militare, secondo i media. Aveva con sé un vero arsenale: un mitra Z58, un fucile automatico, un fucile a canne mozze e otto caricatori, tutte armi che avrebbe detenuto illegalmente.

Una foto di lui scattata da un testimone ritrae un uomo magro con i capelli grigi e una cuffia anti-rumore in testa, con un mitra un mano e lo sguardo rivolto ai piani superiori del prefabbricato. La dinamica di quella che è stata la peggiore tragedia del dopoguerra in Slovacchia, è stata ricostruita dopo molte ore dal comandante della polizia slovacca Jaroslav Spisiak e dal ministro dell’interno Daniel Lipsic, in una conferenza stampa sul luogo della strage.

Prima si erano rincorse notizie confuse, anche sull’età dello sparatore, che una tv aveva descritto come un quindicenne, drogato o ubriaco. ”Mentre scappava ha sparato su tutto quello che si muoveva, poi i poliziotti lo hanno circondato… gli hanno reso la fuga impossibile”, ha detto Spisiak.

Il movente non è noto. Il ministro dell’interno lo ha definito un ”assassino in preda alla follia” e ha detto di non voler far ”congetture su un eventuale movente razziale”. I media locali non escludono un regolamento di conti fra vicini di casa: l’uomo abitava infatti nello stesso edificio dei rom, al piano di sopra. ”Non lo conoscevamo, ma era un uomo che odiava la gente di colore”, ha detto ai media un parente delle vittime.

Dei 15 feriti, fra cui un poliziotto, nove sono stati ricoverati in ospedale, tre in gravi condizioni. Una bambina di tre anni, ferita in modo lieve all’orecchio da schegge di vetro,  è stata medicata localmente.

In Slovacchia i rom rappresentano la seconda minoranza etnica per importanza, dopo quella ungherese, e la loro integrazione è problematica. La scorsa settimana ha destato aspre polemiche la costruzione di un ‘muro anti-rom’ in cemento armato a Michalovce, nell’est del Paese, finanziata da comuni cittadini per impedire agli zingari ”di creare disordine”, ha motivato uno di loro.

Gestione cookie