Somalia, Al Qaeda: i figli dei kamikaze indottrinati al martirio

Un video diffuso sui siti islamici estremisti mostra una festa organizzata in Somalia per i figli dei kamikaze di Al Qaida, nella quale i bambini vengono indottrinati al martirio attraverso giochi a premi. Il video si intitola «Festival dei figli dei martiri» ed è prodotto da una «Istituzione delle falangi per la produzione mediatica», una casa di produzione di video di propaganda per il movimento integralista somalo degli Shabaab, legato ad Al Qaida.

Il festival comincia con una recita del Corano fatta da un bambino. Poi prende la parola una persona identificata come il portavoce del gruppo, lo sceicco Ali Mahmud Reggi. «Questa festa – dice lo sceicco – riunisce un gruppo delle migliori persone, voglio dire i figli dei martiri, che Dio benedica le loro famiglie e conceda loro ogni bene. Questa cerimonia ha grandi significati: i più importanti sono i legami stretti e l’amore che unisce i mujaheddin, un amore che non si limita alla loro vita, ma si estende anche dopo la morte». Reggi nel video chiede alle madri dei bambini di insegnare loro i veri concetti dell’islam e far loro conoscere i «principi sublimi per i quali i loro genitori sono morti».

Poi comincia il concorso a premi, con in palio giocattoli, e i bambini sono divisi in due gruppi. Si mostrano loro le foto di mujaheddin e si domanda loro di identificarli. Fra le immagini c’è quella di Abu Mussa al Zarkawi, capo di Al Qaida in Iraq, organizzatore di innumerevoli attentati suicidi e sgozzatore di ostaggi occidentali, ucciso dagli americani.

Ai bambini sono anche poste domande sui precetti dell’islam. Se indovinano le risposte, vincono i giocattoli. Prende poi la parola un’altra persona, che sembra essere d’origine americana, definito Abu Mansur al Americani. Quest’ultimo comincia recitando il Corano e scusandosi per la sua cattiva conoscenza della lingua somala.

«Quello che ci ha riuniti qui oggi è il sangue dei martiri – dice -. Spetta agli uomini (intesi come maschi, ndr) perseguire la lotta che questi eroi hanno cominciato. Spetta a noi aderire ai principi per i quali questi eroi sono morti come martiri». Rivolgendosi poi alle donne presenti con i loro bambini, dice: «Spetta alle madri allevare i bambini dei martiri, insegnare loro il Corano e la sharia e spingerli ad apprendere la scienza militare. Questo costituisce una fedeltà al marito dopo la sua morte. Infine spetta ai bambini imparare e dimostrare di essere come i loro eroici padri, che sono caduti come martiri».

Il video mostra poi un pasto servito ai presenti. Quindi si vedono i bambini che reggono una bandiera e impugnano delle pistole, cantando un inno alla guerra santa. Un bambino dice al cameraman: «Sai chi uccider• con questa pistola?». «Chi vuoi uccidere con questa pistola?» ribatte il cameraman. «Gli atei», dice il bimbo. «Eccellente – risponde l’operatore -. Mi mostri come?». Allora il bambino si butta a terra e finge di sparare. Quando il dialogo termina, il video mostra i bambini con le armi in mano, accanto alle foto dei loro padri kamikaze morti. «Questo leoncino Š figlio di questo leone», si legge sotto.

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