Somalia, soldato mitraglia la folla con un cannone antiaereo: strage

Pubblicato il 31 Gennaio 2011 - 20:12 OLTRE 6 MESI FA

MOGADISCIO – Un soldato somalo che maneggia un cannone antiaereo su un camion, la gente che si muove senza neanche fargli caso tant’è l’assuefazione alle armi e alle violenze: Mogadiscio sta vivendo una giornata di normalità, sospesa tra pace e guerra. All’improvviso, il cannone comincia a sparare, non verso il cielo ma contro la folla: il soldato ha maldestramente messo in azione la mitragliera, non riesce più a fermarla, si dà alla fuga. Tra la gente è il panico ma sul terreno, nel sangue, restano decine di persone: almeno 17 sono i morti, una cinquantina i feriti.

I commilitoni del soldato dicono che l’arma – uno ZU-23 di fabbricazione sovietica – ha cominciato a sparare per sbaglio, si è inceppata e il militare non è più stato in grado di fermare le raffiche. L’incidente – così viene definito dalle autorità – è avvenuto nel quartiere dell’ospedale di Banadir (Mogadiscio sud) dove pochi minuti prima una discussione era degenerata in scontri a fuoco. Un soldato era stato ucciso e la tensione era rimasta alta.

”Oggi è stata una giornata disastrosa qui a Mogadiscio. In ospedale sono stati portati 55 feriti e 12 cadaveri. Poi cinque feriti sono deceduti, il bilancio è quindi di 17 morti”, ha detto il direttore del nosocomio Medina, il più grande della città, Mohammed Yussuf. Ma il bilancio potrebbe essere più pesante perché secondo alcuni testimoni i cadaveri di alcune persone uccise, in particolare di alcune donne, sono stati portati via dai loro familiari.

”Non ho mai visto una tragedia del genere”, grida il padrone di un negozietto, salvo per caso. Un responsabile della sicurezza ha detto che ”un’inchiesta sulla vicenda è ancora aperta. Abbiamo arrestato l’autista del camion con l’artiglieria antiaerea ma il soldato che ha sparato è fuggito. Lo stiamo cercando e non possiamo dire se ha sparato per errore o deliberatamente”. Le autorità somale a tutti i livelli si sono impegnate a punire ”i responsabili del massacro”.

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