Song Ta, artista cinese fotografa 5 mila studentesse e le cataloga dalla più bella alla più brutta

Ha fotografato e filmato di nascosto migliaia di studentesse in un campus universitario, per poi catalogarle dalla più bella alla più brutta. Fa discutere l’opera “d’arte” di Song Ta, artista cinese di Canton che col suo discutibile catalogo ha creato un video di oltre sette ore. 

La collezione risale a 10 anni fa: prodotta nel 2012, è stata mostrata per la prima volta all’Ucca di Pechino, uno tra i più prestigiosi musei di arte contemporanea. All’epoca Song Ta ebbe recensioni negative, finendo quasi inosservato.

Ma la sua opera è tornata di attualità in Cina perché è stata accolta dal museo privato di arte contemporanea Ocat di Shanghai. E questa volta ha fatto scandalo.

Song Ta, Sempre più brutte o Fiori di campus

La collezione ha un doppio titolo, uno in inglese e uno in cinese: “Uglier and Uglier” (sempre più brutte) e “Jiaohua” (Fiori di campus).

Un’onda di sdegno si è sollevata sui social network cinesi, dove l’artista e il museo sono stati accusati di misoginia, voyeurismo e oggettivizzazione del corpo femminile.

Song Ta e le immagini senza consenso

Il Global Times, tabloid lingua inglese del Quotidiano del Popolo ha chiesto un parere legale al giurista Zhang Bo, secondo il quale la mostra viola le norme del nuovo codice civile.

“Le studentesse che si riconoscono nel video – spiega – potrebbero chiedere a Song un risarcimento e la rimozione delle loro immagini usate senza autorizzazione”.

Song Ta potrebbe quindi arrivare a pagare miliardi di risarcimenti mentre il museo, bersagliato dalle critiche, si è scusato e ha deciso di ritirare l’opera.

 

 

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