Spie, il capo dell'MI6: "007 timido di Le Carrè più credibile di James Bond" Spie, il capo dell'MI6: "007 timido di Le Carrè più credibile di James Bond"

Spie, il capo dell’MI6: “007 timido di Le Carrè più credibile di James Bond”

Spie, il capo dell'MI6: "007 timido di Le Carrè più credibile di James Bond"
Spie, il capo dell’MI6: “007 timido di Le Carrè più credibile di James Bond”

LONDRA – “Come spia, George Smiley, l’agente segreto di John Le Carré, era molto più credibile dello 007 James Bond di Ian Fleming”, l’affermazione non arriva da un lettore appassionato di spy story ma da Alex Younger, capo MI6, conosciuto come “C”.

“Smiley e Bond, sono diversi come il giorno e la notte. Il primo è taciturno, poco atletico e molto intellettuale, con un’intelligenza fuori dal comune; Bond è un uomo d’azione, raramente si vede senza una pistola o un’auto veloce”. Ma le aspiranti spie farebbe meglio a prendere come modello Smiley, secondo il capo MI6.

Younger, ha detto che preferisce il “coraggio discreto e l’integrità” del personaggio creato da John Le Carré alla “spavalderia di Bond”. E ha aggiunto che i ritratti immaginari dei servizi di sicurezza della Gran Bretagna potrebbero risultare incredibili: “Violiamo le regole, certamente; non infrangiamo la legge”.

Nelle sue spy story, Le Carré esplora i tradimenti al centro dell’intelligence britannica, sfidando le ipotesi occidentali sulla Guerra Fredda ed evidenziando l’ambiguità etica della lotta. Le sfide affrontate dal suo eroe Smiley, con l’intelletto che prevale sulla forza fisica, mentre segue una talpa sovietica al vertice dei servizi segreti, sono in netto contrasto con le avventure glamour intraprese dallo 007 di Fleming.

In una lettera all’Economist, Younger ha dichiarato: “È certamente vero che il servizio d’intelligence di un Paese può offrire un’immagine nuda e cruda dei valori del Paese che serve”. “La Stasi ha detto tutto quel c’era da sapere sul regime tedesco dell’Est. SIS e GCHO, l’MI5 dicono molto sull’attuale Gran Bretagna”.

Younger, una spia di professione che è entrato nel MI6 nel 1991, ha aggiunto che le spie britanniche non sono i “cani sciolti” come spesso sono stati ritratti nelle storie, anche se a volte vìolano le regole. “Oltre al coraggio, il rispetto, l’integrità a darci dei limiti sono anche la creatività, l’innovazione e la scaltrezza”.

“Il ritratto dei romanzi, può essere cinico, feroce; siamo esseri umani che commettono errori ma lavoro sul principio che più il pubblico sa ciò che facciamo, tanto più si sente orgoglioso”.

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