Stati Uniti pronti ad accettare nell’esercito anche i soldati gay dichiarati

Pubblicato il 25 Maggio 2010 - 18:20 OLTRE 6 MESI FA

L’America di Barack Obama è pronta a lasciar cadere un altro tabù: ammettere apertamente i gay nelle Forze Armate. Fino ad oggi la politica in materia era condensata nel detto “Dont’t ask, don’t tell”, ossia non parlare e non chiedere: nessun “outing” pubblico, nessun imbarazzo per l’esercito. Un divieto peraltro imposto per legge.

Ma ora Congresso e Casa Bianca, con il consenso seppur condizionato del Pentagono, hanno raggiunto un accordo per tradurre in legge una normativa che prevede il superamento del “Don’t ask, don’t tell” .

Il segretario della Difesa, Robert Gates (appoggiato dal Capo degli Stati Maggiori ammiraglio Mike Mullen), in una conferenza stampa oggi al Pentagono si è detto pronto ad “accettare” l’accordo raggiunto. Nel definirla una misura “di comune buon senso”, Gates ha sottolineato che gli emendamenti previsti “riflettono alcune delle osservazioni che abbiamo potuto sviluppare nel corso degli ultimi 17 anni”. Tuttavia, ha precisato che non sosterrà i cambiamenti previsti fino a quando non saranno disponibili, fra qualche mese, i risultati di un’indagine interna del ministero della Difesa sull’eventuale impatto che la nuova normativa può avere.

L’aperto riconoscimento di gay e lesbiche può in qualche modo condizionare il funzionamento della macchina militare americana? Sia il mondo politico, sia quello militare sono da sempre divisi al riguardo. Secondo molti repubblicani (ma anche alcuni democratici moderati), l’impatto sarà negativo. Secondo i gruppi a tutela dei diritti omosessuali, invece, il nuovo provvedimento non farà altro che superare un atteggiamento di ipocrisia diffusa. Gay e lesbiche – dicono le organizzazioni a loro difesa – operano nell’esercito da anni, e riconoscere apertamente la loro presenza migliorerà il funzionamento complessivo delle operazioni.

Sondaggi recenti riportati da alcuni media americani hanno accertato che una revisione della “Don’t ask don’t tell” è ampiamente accettata dalle truppe, mentre vi sono più resistenze tra i quadri militari. Il compromesso raggiunto tra Casa Bianca e Congresso prevede che la nuova politica non entrerà in vigore fino a quando il Pentagono non avrà portato a termine il suo studio interno. Nello stesso tempo la Casa Bianca preme perché siano votati al più presto gli emendamenti proposti.