Stephen West giustiziato sulla sedia elettrica. Fu condannato a morte nel 1985

La sedia elettrica, foto Ansa
La sedia elettrica (foto Ansa)

ROMA – Il detenuto Stephen West è stato giustiziato sulla sedia elettrica nel Tennessee, Stati Uniti, dov’era stato condannato alla pena capitale nel 1985 per aver ucciso una donna e sua figlia.

L’esecuzione è avvenuta al Riverbend Maximum Security Institution di Nashville e il detenuto è stato dichiarato morto alle 19.27 (ora locale, 2.27 in Italia).

Stephen West ha atteso fino a mercoledì per scegliere il suo metodo di esecuzione – un giorno dopo che il governatore repubblicano del Tennessee, Bill Lee, aveva respinto la sua richiesta di clemenza.

“Dopo un’attenta valutazione della richiesta di Stephen West e una revisione del caso, la sentenza dello Stato del Tennessee rimarrà valida e non interverrò”, aveva affermato il governatore in una nota.

 La scelta della sedia elettrica al posto dell’abituale iniezione letale, consentita ai condannati prima del 1999, aveva forse l’obiettivo di guadagnare tempo ma così non è stato dopo che il governatore repubblicano dello Stato meridionale degli Usa, Bill Lee, ha respinto la sua richiesta di clemenza e anche la Corte suprema ha negato un rinvio in extremis. L’esecuzione del 59enne Stephen West, che a partire dal 2001 era stata rinviata più volte, è avvenuta nel penitenziario di massima sicurezza Riverbend di Nashville e il detenuto è stato dichiarato morto alle 19 e 27 (ora locale, le 2 e 27 in Italia). Quella nel Tennessee è stata l’undicesima esecuzione negli Stati Uniti quest’anno, la seconda in due mesi con la sedia elettrica in questo Stato.

West, che nei 33 anni in carcere era diventato profondamente religioso, prima di essere giustiziato ha invocato Gesù e ha pianto. Lui si è sempre dichiarato innocente degli omicidi affermando che a uccidere era stato il suo complice 17enne Ronnie Martin, peraltro reo confesso ma all’epoca minorenne e quindi non condannabile a morte. “Siamo profondamente delusi che lo Stato del Tennessee abbia proceduto all’esecuzione di un uomo a cui era stata diagnosticata una grave malattia mentale”, ha commentato il team legale che difendeva West, “era un uomo di profonda fede che per decenni ha avuto un impatto positivo su quanti lo hanno conosciuto e un uomo che, malgrado le prove schiaccianti che non avesse commesso quegli omicidi, si è sempre assunto la responsabilità per il suo coinvolgimento”.

Fonte: Agi.

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