Anders Behring Breivik, l’autore della strage di Utoya in Norvegia (nel quale, nel 2011, uccise 77 persone), dopo 10 anni di carcere chiede la libertà condizionale. Condannato a 21 anni, Breivik presto domanderà la scarcerazione anticipata di 11 anni sostenendo di non essere più un pericolo.
La paura dei familiari delle vittime
I familiari delle vittime temono, però, che Breivik possa usare l’opportunità dell’udienza per attirare l’attenzione sulle sue opinioni estreme e ispirare persone che la pensano come lui. L’udienza dovrebbe durare tre giorni, ma ci vorranno diverse settimane prima che la sentenza venga annunciata.
Le parole della psichiatra che lo segue
“Dal suo processo penale, quando si vantò della portata del suo massacro, alla causa che intentò nel 2016 contro il governo accusandolo di violare i suoi diritti umani, quando alzò la mano in un saluto nazista, posso dire di non rilevare grandi cambiamenti in lui”, ha affermato Randi Rosenqvist, la psichiatra che lo ha seguito dalla sua incarcerazione nel 2012. “In linea di principio e in pratica, chi chiede la libertà condizionale dovrebbe mostrare rimorso e dimostrare di capire perché tali atti non possono essere ripetuti”, ha aggiunto.
Durante l’udienza Rosenqvist presenterà il proprio rapporto psichiatrico, che solitamente è cruciale se i criminali vogliono dimostrare di non essere più pericolosi per la società.
“E’ improbabile che ciò accada perché penso che sia abbastanza ovvio che c’è ancora un alto rischio che commetta nuovi crimini se viene rilasciato”, ha affermato Berit Johnsen, professore di ricerca presso lo University College of Norwegian Correctional Service.