Strauss-Kahn: ombra del complotto più nitida, spunta Sarkozy e un video

Pubblicato il 28 Novembre 2011 - 13:33 OLTRE 6 MESI FA

Perché la sicurezza dell’albergo ha chiamato la polizia di New York solo alle 13,31 dopo una altra ora dall’asserito stupro e mezz’ora dopo che il pezzo più grosso della sicurezza del gruppo francese era stato informato e quindi dopo alcune telefonate lungo la catena di comando della security francese?

Questi e altri particolari, che Epstein snoda nel suo lungo articolo, sono tali da instillare qualche dubbio anche ai più accaniti colpevolisti.

Tra l’altro, nota Epstein, è difficile capire come la sicurezza dell’albergo abbia potuto escludere che la cameriera abbia richiesto immediatamente delle cure mediche. All’1.31, cioè quasi un’ora e mezzo dopo l’ingresso della cameriera nella suite 2806, la sicurezza non aveva ancora chiamato il 911. La cameriera non arrivò al St. Luke’s Hospital prima delle 3:57 della mattina, più o meno quattro ore dopo la presunta violenza.

Epstein ha pubblicato i risultati della sua inchiesta sulla New York Review of Book, una testata di cultura e letteratura tra le più prestigiose al mondo. Schierata su posizioni di sinistra molto avanzate, è una specie di bibbia nel mondo della cultura americana e tratta spesso di temi di cronaca  e di problemi sociali accanto a quelli classici per una rivista  del genere, dalla letteratura alla musica all’arte.

Epstein, senza arrivare a accuse esplicite nei confronti di Sarkozy, mette in fila tutta una serie di elementi che portano il lettore diritto in quella direzione. Che qualcosa fosse nell’aria contro l’assatanato sciupafemmine Strauss Kahn lo si vede con chiarezza a distanza di sei mesi, digitando nello spazio di ricerca di Blitzquotidiano il nome di Strauss Kahn e mettendo in fila i titoli che si sono inseguiti tra aprile e maggio. Si era cominciato con una nera previsione per il presidente in carica: “Sarkozy sarà sconfitto dai socialisti al ballottaggio” seguita da una certezza per la sinistra: “Strauss-Khan schiaccia tutti alle primarie Ps“.

Allora aveva avuto inizio la denigrazione virale, lo scandalo di una foto che ritraeva il compagno Strauss Kahn al volante di una Porsche e ancora: “Strauss-Kahn nei guai, vita troppo lussuosa”. Ma nulla era servito al povero napoleoncino: “La popolarità Sarkozy continua a scendere nei sondaggi”.

Sembra così tanto da malvagi pensare che qualche mente priva di scrupoli abbia architettato il colpo del Sofitel? Abituati alle meschinità e ai bunga bunga della politica di casa nostra, non siamo altrettanto portati a seguire le vicende internazionali con occhio altrettanto spietato. Chi però è abituato a farlo, non può non ricordare lo scandalo Clairstream, una intricata e puzzolente vicenda che vide protagonisti Sarkozy e l’allora primo ministro, Dominique de Villepin, pupillo del presidente Jacques Chirac e presidente in pectore, momentaneamente fermato dallo scandalo, da cui poi è uscito assolto.

Chi lo ricorda, non si può più stupire di nulla, non dimenticando neppure che padre spirituale della polizia francese non fu Maigret ma Fouché.

Un elemento importante è l’elenco dei nomi della catena di comando della security di Accor, la super holding francese che controlla il gruppo alberghiero Sofitel. Il primo a entrare nella vicenda è quello di John Sheehan, che quel sabato mattina era a  casa a New York e ricevette una chiamata proprio dalla Sofitel all’1.30 di notte. Dopo quella chiamata si fiondò in albergo.

Qui il racconto di Epstein si tinge di giallo: mentre si dirigeva verso l’albergo Sheehan chiamò un numero con il prefisso 646 che è di New York. Resta il fatto che alle 1:28, cioè 25 minuti dopo avere ricevuto la chiamata dall’albergo, e dopo la telefonata al 646, Sheehan, mandò un sms a Brian Yearwood, capo del reparto tecnico dell’albergo, e poi, due minuti dopo, un altro sms a un destinatario sconosciuto. All’1:31— un’ora dopo che Diallo aveva detto alla security di essere stata violentata dal cliente della suite presidenziale —Adrian Branch chiamò la polizia. Non si erano mossi prima: lo hanno fatto appena 3 minuti dopo che Sheehan ha mandato l’sms.

Qui cominciano gli strani legami con Sarkozy:  prima del 2003 Sheehan lavorava a stretto contatto nella polizia con Ange Mancini, che ora è il coordinatore dell’intelligence per il presidente Sarkozy. Circostanza inquietante: Querry, cioè il capo della sicurezza di Accor, negli stessi minuti in cui Sheehan stava chiamando al numero con prefisso 646, wstava arrivando a una partita di pallone a Parigi dove avrebbe occupato il posto in tribuna di Sarkozy.

C’è poi il caso di Xavier Graff, poliziotto della Accor Group a Paris. Graff era il responsabile della sicurezza durante quel week end per le emergenze negli hotel dell’Accor Group, incluso il Sofitel di New York. Il suo nome è emerso solo cinque settimane dopo quando inviò una strana mail a un amico, vantando il merito di “avere abbattuto” DSK. Dopo essere stato “beccato” da Le Figaro Graff disse che era solo uno scherzo ma venne sospeso dal suo incarico.

Ci sono poi due personaggi che entrano nella storia e non quadrano proprio. Racconta Epstein: le camere di sorveglianza hanno ripreso alle 12.52 la cameriera entrare nell’albergo con un uomo alto. E’ rimasta fino alle 14.05 con Brian Yearwood, il capo del reparto tecnico dell’hotel che sembra avere surclassato la struttura di sicurezza interna. Yearwood quel giorno è sceso dalla sua suite al 28esimo piano dell’hotel in cui era entrato alle 12.51. Yearwood è rimasto vicino alla Diallo come lei ha detto ad Adrian Branch, il capo della sicurezza dell’hotel.

E poi un altro inquietante quanto misterioso episodio: meno di due minuti dopo, le telecamere dell’hotel mostrano Yearwood insieme a un altro uomo passare dall’ufficio di sicurezza ad un’area adiacente. L’uomo era lo stesso che aveva accompagnato la Diallo nell’ufficio della sicurezza alle 12.52. Le telecamere hanno ripreso Yearwood e l’uomo misterioso darsi il cinque, applaudire, e improvvisare una strana danza di celebrazione per tre minuti. Poi rimanere là ad aspettare l’arrivo della polizia.

Ancora un particolare da classico del “noir”: la chiave elettronica del Sofitel contiene un’altra anomalia. Due persone, non una, sono entrate nella suite di Strauss Kahn tra le 12.05 e le 12.06 mentre lui stava facendo una doccia. Ognuno di loro ha usato una differente chiave di entrata. La chiave elettronica usata alle 12.06 apparteneva alla Diallo, quella usata un minuto prima era di Syed Haque, un impiegato del servizio camere dell’albergo che sarebbe andato a prendere i piatti della colazione usati da Dsk. La cosa che non è chiara è se i due fossero nella stanza contemporaneamente, perché le chiavi elettroniche non registrano l’uscita dalle stanze.

Infine Epstein parla del mistero del blackberry di Strauss Kahn. Una sua amica, che lavorava temporaneamente come ricercatrice presso la sede le partito di Sarkozy a Parigi, lo aveva avvertito, mentre lui era a New York, pochi giorni prima dello “stupro”, che almeno una e mail transitata sul blackberry di Strauss Kahn era stata letta al quartier generale avversario.

DSK la mattina stessa dell’incidente aveva quindi chiesto alla moglie, a Parigi, di trovare qualcuno che gli potesse analizzare il blackberry con urgenza. Quel blackberry ha giocato una parte importante quella mattina del 14 maggio 2011, perché, una volta in taxi verso l’aeroporto, DSK, accortosi di non averlo più con sé, chiese all’albergo di recuperarglielo in camera e per questo diede i dettagli della sua posizione che facilitarono la polizia di New York nel suo arresto. E questo è l’ultimo tassello del mistero descritto da Epstein. Il Blackberry è sparito e non si è più trovato.