Strauss-Kahn fa causa alla cameriera: chiede un milione di dollari

Pubblicato il 15 Maggio 2012 - 15:51 OLTRE 6 MESI FA

NEW YORK, 15 MAG – Ad un anno di distanza dallo scandalo che gli e’ costato la poltrona di direttore del Fondo monetario internazionale e la corsa all’Eliseo, Dominique Strauss-Kahn ha deciso di far causa alla cameriera di un hotel di New York che lo aveva accusato di stupro, Nafissatou Diallo, chiedendo un milione di dollari di risarcimento. Secondo l’azione legale avviata in un tribunale del Bronx, Strauss Kahn accusa la Diallo di aver ”coscientemente e intenzionalmente” avanzato ”false” accuse contro di lui.

Le accuse della Diallo, afferma Dsk, hanno danneggiato la sua reputazione a livello mondiale, gli sono costate la perdita dell’incarico alla guida del Fmi ”e altre opportunita’ professionali”. Strauss Kahn lamenta inoltre che nel corso dell’arresto seguito alle ”false” accuse della Diallo, ha dovuto subire una ”degradante e umiliante perquisizione”, e’ stato fotografato nudo e ha dovuto fornire elementi ”per un esame forense”. Lo scorso agosto l’ex direttore del Fondo monetario e’ stato scagionato dalle accuse avanzate dalla Diallo in sede penale, ma la causa civile avviata in un tribunale del Bronx contro di lui dalla stessa ex cameriere del Sofitel di Times Square va avanti. In quest’ultimo caso Strauss-Kahn rischia di dover pagare un ingente risarcimento alla donna. Molti osservatori sono convinti che la causa civile intentata dalla cameriera d’albergo, originaria della Guinea, finira’ con un patteggiamento. Ma finora la donna non ha voluto cedere, convinta di poter andare fino in fondo. I fatti risalgono ad un anno fa, quando Dsk fu arrestato all’aeroporto Jfk di New York mentre era gia’ a bordo di un aereo in partenza per Parigi. L’accusa fu di tentata violenza sessuale ai danni di una cameriera nell’albergo dove alloggiava. In agosto la procura di New York decise di archiviare definitivamente il caso, giudicando ”non credibile” la versione dei fatti fornita dalla Diallo. Il caso pero’ costo’ caro a Dsk, che dovette non solo rinunciare alla presidenza dell’Fmi ma anche ai sogni di insediarsi all’Eliseo candidandosi alle elezioni presidenziali in Francia.