NEW YORK – Dominique Strauss Kahn aveva i tempi stretti, doveva andare a pranzo con la figlia ed era in ritardo: l’ex direttore generale del Fondo monetario internazionale però è accusato di aver costretto a una fellatio la cameriera Ophelia del Sofitel hotel di New York.
Il suo alibi e la sua strategia difensiva si basano tutti su un pranzo, un lasso di tempo che non arriva nemmeno a un’ora. L’ormai ex favorito tra i socialisti nella prossima corsa all’Eliseo, stando a quanto ricostruiscono William K. Rashbaum e John Eligon sul New York Times, doveva raggiungere la figlia al ristorante, si erano dati appuntamento da McCormick & Schmick’s, un ristorante a dieci minuti a piedi dal Sofitel.
Era imbottigliato nel traffico e dal taxi DSK provava a chiamare la sua Camille per avvisarla e dirle che stava per arrivare. “Sto per arrivare, ordina per me”, le avrebbe detto e così una volta arrivato, continua il New York Times, i due hanno mangiato a base di pesce, con un paio di bicchieri di vino.
Tutti questi particolari non sono stati smentiti, ma la sorte di Strauss Kahn si gioca tutta sui tempi: avrebbe preso il taxi 12 e 28 minuti. Poi ci avrebbe messo un quarto d’ora ad arrivare, compreso il carico e scarico delle valigie che aveva con sé.
Se davvero è andata cosi, Nafissatou Diallo, la cameriera “Ophelia”, sarebbe stata aggredita da poco. Cosa è successo davvero? Il pranzo con Camille, scrive il New York Times, è durato circa 90 minuti, poi alle 14 e 15 Strauss Kahn ha preso un taxi per andare all’aeroporto.
Ci avrebbe messo 40 minuti circa per arrivare al terminal delle partenze del JFK di New York. Nel tragitto si sarebbe reso conto di aver perso uno dei suoi cellulari, quello di lavoro. Avrebbe chiesto alla figlia di tornare al ristorante e guardare sotto il tavolo, ma senza esito.
Il racconto del New York Times incalza con altri particolari che infittiscono la trama: alle 15,29 Strauss Kahn avrebbe chiamato il Sofitel hotel, secondo le carte dell’accusa. Poi c’è una seconda telefonata, tredici minuti dopo: l’impiegata dell’albergo assicura al direttore dell’Fmi che gli avrebbe prontamente restituito il cellulare. Alle 16,03 Strauss Kahn avrebbe nuovamente contattato la receptionist per sapere a che ora glielo avrebbe portato.
Alle 16,40 è stato un uomo a raggiungere l’ex direttore del Fondo. DSK gli ha chiesto se aveva il suo cellulare, l’altro gli ha risposto: “No, signor Strauss Kahn sono della polizia, dovrebbe venire con me”.
La verità è ancora lontana, tra lo sdegno di gran parte dell’America verso le accuse di stupro e la strumentalizzazione vera o presunta dell’evento da parte della Francia (potrebbe esserci lo zampino del presidente Nicolas Sarkozy). E’ importante da notare però che, se anche un giornale di sinistra e vicino alla procura (grande accusatrice di DSK) come il New York Times, dà spazio alla tesi della difesa, forse Strauss Kahn potrebbe essere caduto in trappola.