Questa versione dei fatti proveniente dall’Honduras non ha però convinto gli inquirenti. “La polizia di Roatan – spiegano le fonti delle diplomazia – ha raccolto la confessione e ha lasciato andare l’uomo: quelle parole sono state considerate scarsamente attendibili”. Secondo il parere di chi sta seguendo il caso, gli investigatori honduregni non credono alla confessione dell’uomo per via di alcune vicende personali e professionali che coinvolgono il napoletano scomparso.
A confessare di essere stato assoldato come killer sarebbe stato, infatti, un cugino della ex moglie di Maurilio Mirabella, Lory, che avrebbe detto di aver ricevuto l'”incarico” dal socio italiano con il quale Mirabella gestiva un centro di immersioni subacquee. Il socio, invece, viene tuttora ritenuto completamente estraneo alla vicenda. La famiglia di Mirabella ha rivelato fin dall’inizio che “nei giorni precedenti alla sparizione, Maurilio era preoccupato perché era riuscito a sfuggire a un agguato di un killer”. Secondo gli investigatori, in ogni caso, tutta la vicenda sarebbe da ricondurre ai rapporti tra il napoletano e la sua ex moglie.