Tanzania, bimbi albini mutilati tornano a sorridere con le nuove protesi

DODOMA – In Tanzania, un gruppo di bambini albini a cui i cacciatori di uomini hanno reciso gli arti, hanno ricevuto delle protesi da un ospedale infantile di Philadelphia. E’ un raggio di sole in una cupa tragedia poiché è noto che da anni subiscono mutilazioni e violenze: adulti e bambini affetti da albinismo, depigmentazione totale o parziale di pelle, capelli e occhi, in alcune zone dell’Africa subsahariana e in particolare in Tanzania, sono vittime di una persecuzione poiché considerati portatori di sventure, fantasmi o demoni o ancora esseri magici da cui, attraverso i loro arti trarre pozioni che garantiscono la ricchezza.

A Baraka Cosmas, 7 anni, manca la metà del braccio destro; Mwigulu Matonange, 14 anni, ha perso il braccio sinistro. Emmanuel Festo, 15 anni, ha perso il braccio destro e le dita della mano sinistra e Pendo Sengerema, 16 anni, un braccio mutilato fino al gomito. Tutti e quattro hanno subito la recisione degli arti con il machete dei cacciatori di uomini e nel caso del villaggio di Emmanuel, hanno anche cercato di estrarre la lingua e i denti.

I bambini citati fanno parte di un gruppo di vittime che hanno ricevuto le protesi dagli Usa nel 2015 e la scorsa primavera sono tornati in America per sistemare quelle di ricambio. Hanno soggiornato a New York, sotto le cure di Elissa Montanti e il suo Global Relief Found, la fondazione no-profit che aiuta i bambini provenienti dalle zone di crisi a ricevere trattamenti sanitari gratuiti.

Ora i bambini, dopo aver vissuto in Tanzania nelle safe houses di un ente di beneficenza canadese “Under the same sun”, sono più autosufficienti e molto diversi da quando arrivarono negli Usa: se ne stavano per conto loro e avevano bisogno di un traduttore.

Mwigulu afferma che la protesi gli ha restituito la fiducia, Pendo è contento poiché per gli altri è difficile capire che indossa un arto finto, si vede solo a distanza ravvicinata. Baraka suona il piano con una mano sola e il suo insegnante Ahmed Shareef, 20 anni, ha perso la mano destra nella guerra in Iraq quando era bambino. E ora Baraka è tornato in Tanzania con una tastiera elettronica, regalo del suo insegnante.

In Tanzania, tre anni fa il governo ha messo al bando gli stregoni, sono state arrestate centinaia di persone per aver ucciso gli albini. Baraka, Emmanuel, Pendo e Mwigulu hanno imparato a respingere il trauma vissuto e finalmente tornare vivere. Pendo spera di diventare insegnante di swahili, inglese e matematica mentre Baraka vuole essere un medico. Il sogno impossibile di Mwigulu è quello di diventare presidente della Tanzania per “Difendere i diritti delle persone albine”.

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