Terremoto Haiti. Crescono timori per casi di sciacallaggio

Episodi, finora ancora isolati, di sciacallaggio a Port-au-Prince, colpita martedì scorso dal sisma di magnitudo 7 che l’ha rasa al suolo, provocando decine di migliaia di morti. Le autorità temono che l’aggravarsi della situazione, per la mancanza di generi di prima necessità, possa portare ora la popolazione a un livello di esasperazione tale da indurla a saccheggiare i veicoli di aiuti umanitari e prendere d’assalto anche gli ospedali da campo, finendo per paralizzare i soccorsi.

Il caso più grave accaduto finora è il saccheggio in un supermercato nel quartiere di Delmas dove alcune persone sono entrate nell’edificio danneggiato dalle macerie portandosi via accessori di elettronica e sacchi di riso. Altri hanno invece rubato benzina da un serbatoio rimasto danneggiato. Testimoni hanno raccontato che gli “sciacalli” sono entrati in azione subito dopo che la terra ha smesso di tremare, portandosi via i viveri dagli edifici rimasti solo danneggiati dal terremoto.

«Tutti i poliziotti sono impegnati a scavare tra le macerie, a portare soccorso ai feriti e anche a seppellire i propri cari- ha raccontato uno dei sopravvissuti -Non hanno tempo per pattugliare le strade», ha aggiunto. Si segnalano anche casi in cui gli “sciacalli” si aggiravano intorno ai negozi per poi confondersi fra i sopravvissuti che vagavano disperati per le strade, strattonandoli e portandosi via quel poco che erano riusciti a salvare dalle macerie delle proprie abitazioni.

Oggi si è appreso che di alcuni mezzi pesanti carichi d’acqua potabile partiti dalla Repubblica dominicana verso Haiti si sono perse le tracce poco dopo il passaggio del confine tra i due Paesi.

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