Umar Farouk Abdul Matullab, il nigeriano di 23 anni che ha tentato di far saltare in aria un aereo in volo da Amsterdam a Detroit, era già da due anni sulla lista nera dell’antiterrorismo Usa dei sospetti con contatti con organizzazioni estremistiche.
L’esplosivo che l’attentatore ha cercato di utilizzare era particolarmente pericoloso: si tratta infatti di una sostanza, il tetranitrato di pentaetrite (Petn), in grado di creare enormi danni anche in piccole quantità.
Lo ha reso noto la Cbs specificando che la sostanza era nascosta in un profilattico in cui il giovane ha iniettato con una siringa una sostanza detonante. Si tratta di una tecnica finora mai osservata e che rende impossibile la scoperta dell’esplosivo attraverso i normali controlli a raggi .
Negli Usa, dopo il panico sono le ore delle polemiche. Non basta a placarle l’annucio di un nuovo giro di vite sui controlli. Per Steven Emerson, esperto di antiterrorismo e autore di “American Jihad”, “non è un caso che il nigeriano abbia agito proprio all’indomani della notizia del bombardamento delle forze yemenite” (sostenute dagli Usa) di un’abitazione in cui era previsto un summit degli uomini di Bin Laden.
L’operazione ha portato alla morte di una trentina di persone ma i veri obiettivi sarebbero riusciti a sfuggire. Tra loro Anwar al-Aulaqi, l’imam yemenita-americano che era in contatto con il maggiore di origine palestinese Nidal Hassan, l’autore della strage di Fort Hood, e due luogoteneneti di Bin Laden.