“Torturato nel suo paese”: Strasburgo condanna l’Italia per l’espulsione di un terrorista tunisino

STRASBURGO – La Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato l’Italia per l’espulsione del terrorista tunisino Toumi Ali Ben Sassi, all’inizio dell’agosto del 2009, ritenendo che l’espulsione abbia violato sia l’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, che prevede che nessuno debba essere sottoposto a maltrattamenti, che l’articolo 34 che impone agli Stati di non adottare misure che possano di fatto impedire alla Corte di esaminare il caso del ricorrente. I giudici hanno riconosciuto a Ben Sassi un risarcimento di 15mila euro per danni morali e di 6.500 euro per le spese processuali.

Nella sentenza si sottolinea che le autorità italiane non sono state in grado di provare che una volta arrivato in Tunisia Ben Sassi non sia stato sottoposto a tortura, come sostenuto dal tunisino.

La Corte afferma di ”non poter condividere la posizione del governo italiano sul fatto che le assicurazioni fornite dal governo tunisino abbiano effettivamente protetto il ricorrente dal rischio di maltrattamenti”.

I giudici sostengono infine che l’espulsione, che ha sottratto Ben Sassi alla giurisdizione italiana, ha ”costituito un grave impedimento all’adempimento da parte del governo dei propri obblighi” sia nel garantire i diritti del ricorrente che a risarcirlo per le conseguenze della violazione subita.

Nel rendere pubblica la sentenza la Corte ha sottolineato come questa non sia la prima volta che l’Italia non rispetta l’ordine di Strasburgo di non procedere con un’espulsione, decisione che ha portato i giudici a condannare le autorità già due volte.

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