Texas: nei campus delle università sarà consentito portare armi corte e lunghe

di Licinio Germini
Pubblicato il 21 Febbraio 2011 - 15:25 OLTRE 6 MESI FA

Il governatore del Texas Rick Perry spara in aria ad una manifestazione a Fort Worth

AUSTIN, TEXAS – Nella tradizione e nella cultura texane le armi, di ogni tipo, hanno sempre occupato un posto speciale.

Ci sono uomini politici che vanno in giro dicendo che  ”un texano senza un’arma non è un vero texano”. Acquistarle non è  molto più difficile che comprare una bottiglia di bourbon.

Non dovrebbe quindi sorprendere più di tanto che il parlamento statale di Austin si accinga a varare una legge diretta a consentire a studenti e docenti universitari di recare armi nei campus.

L’iniziativa del parlamento texano – è d’accordo anche il governatore repubblicano Rick Perry, che fa jogging armato di pistola – è parte di una più vasta campagna il cui suo scopo è di permettere la stessa cosa in tutte le università del Paese.

La campagna in Texas non ha risparmiato sforzi per via della sua cultura delle armi, della sua vastità e delle sue 38 università pubbliche con oltre 500 mila studenti. Una volta approvata, il Texas diventerà il secondo stato, dopo l’Utah, ad avere questa normativa. Il Colorado lascia invece che siano le singole università a decidere se le armi possono entrare nei campus o no. Ma molte hanno optato per il sì.

I sostenitori del disegno di legge argomentano che le sparatorie nei campus, come l’eccidio al Virginia Tech nel 2007 e alla Northern Illinois nel 2008, dimostrano come la miglior difesa contro assassini armati sono studenti che possono rispondere al fuoco.

”E’ essenzialmente un fatto di auto-difesa”, ha dichiarato il senatore repubblicano Jeff Wenworth, che ha aggiunto: ”Non voglio che si ripeta nel campus di un college texano quello che è successo al Virginia Tech, dove un folle ha falciato 32 persone. Non voglio che pazzi scatenati salgano in cima ad una torre e comincino a fare il tiro a segno contro studenti indifesi”.

Fino alla strage al Virginia Tech, la più grave sparatoria nella storia degli Stati Uniti avvenne all’Università del Texas nel 1966, quando lo studente ed ex-marine Charles Whitman salì in cima alla torre dell’edificio dell’amministrazione e uccise a fucilate 16 persone ferendone altre 32 prima di essere abbatutto dalla polizia che aveva raggiunto la sua postazione.

Lo scorso settembre, un altro studente della stessa università ha sparato varie raffiche con un fucile d’assalto prima di rivolgerlo contro se stesso.

Misure analoghe a quella texana sono state proposte in una dozzina di altri stati, ma hanno suscitato forte opposizione. In Oklahoma tutti i 25 presidenti dei 25 college pubblici si sono dichiarati contrari. ”Consentire di portare armi celate nei campus universitari non avrà altro effetto che creare condizioni ambientali più pericolose per gli studenti, i docenti e i visitatori”, ha dichiarato il responsabile dell’istruzione universitaria dell’Oklahoma Glen Johnson.

E ad essere contrario alla normativa all’esame del parlamento di Austin è lo stesso presidente dell’Università del Texas, William Powers, secondo il quale ”mettere insieme studenti, rivalità amorose, feste nei campus, alcol ed armi significa creare una miscela esplosiva”.

Un’inchiesta su scala nazionale sul possesso e uso di armi condotta nel 1994 ha accertato che i 309 milioni di cittadini americani posseggono 192 milioni di armi, ovvero l’88,8 per cento della popolazione ne detiene almeno una.

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