Texas, poliziotta sbaglia appartamento e uccide ragazzo di colore: pensava fosse un ladro in casa sua Texas, poliziotta sbaglia appartamento e uccide ragazzo di colore: pensava fosse un ladro in casa sua

Texas, poliziotta sbaglia appartamento e uccide ragazzo di colore: pensava fosse un ladro in casa sua

Texas, poliziotta sbaglia appartamento e uccide ragazzo di colore: pensava fosse un ladro in casa sua
Amber Guyger, la poliziotta giudicata colpevole di omicidio

WASHINGTON – A Dallas, Amber Guyger, ex agente di polizia, è stata giudicata colpevole di omicidio: il 6 settembre 2018 si era introdotta per errore nell’appartamento del 26enne Botham Jean, pensando fosse il suo, e l’aveva ucciso. Guyger, all’epoca 31 anni, aveva sostenuto di avere il diritto, in quel momento, di usare un’arma. Gli avvocati di Jean hanno accolto il verdetto come un significativo momento della battaglia mirata a ritenere la polizia responsabile del proprio operato. Per la madre della vittima “è una vittoria dei neri d’America”.  Jean era nero. Guyger è bianca. E’ il primo agente di polizia di Dallas, dagli anni ’70, a essere condannato per omicidio, secondo quanto riportato dal Dallas Morning News.
 
L’avvocato Lee Merritt ha affermato che la comunità, non doveva stare sulle spine in attesa della condanna di una persona che aveva fatto irruzione nella casa di un uomo e gli aveva sparato a morte mentre era seduto a mangiare una coppa di gelato ed era “assolutamente non aggressivo”. La condanna, secondo Merritt “avrebbe dovuto essere automatica e prevedibile ma è estremamente raro. Da oggi ci stiamo muovendo affinché non lo sia più”.
 
Guyger, che si è dichiarata innocente, rischia un lunga pena detentiva. In Texas, l’omicidio di solito comporta una pena da cinque a 99 anni di prigione, nel caso dell’ex agente il giudice Tammy Kemp aveva permesso alla giuria di prendere in considerazione la condanna per omicidio colposo ma i giurati hanno deciso che Guyger aveva commesso un omicidio.
 
La sera dell’omicidio Botham Jean era seduto sul divano, guardava la televisione e mangiava un gelato alla vaniglia: Guyger era entrata in casa. Ha affermato di aver erroneamente creduto che fosse il suo appartamento e pensava fosse un ladro. Kemp ha discutibilmente permesso che la giuria valutasse se la condotta di Guyger potesse essere giustificata dalla cosiddetta “Castle Doctrine” del Texas. Sviluppata nel 2007, è paragonabile alle leggi “difesa a oltranza” presenti in altri stati e consente a un civile di usare misure letali in determinate circostanze, come un furto con scasso, se “ragionevolmente ritiene sia immediatamente necessario”.
 
Sebbene Jean si trovasse nella sua abitazione e Guyger fosse l’intrusa, capovolgendo l’obbiettivo della legge i suoi avvocati hanno sostenuto che entrando nella casa sbagliata, l’imputata aveva commesso un “errore di fatto” rendendo ragionevole la sua reazione. Secondo i legali, l’ex agente era stanca dopo una lunga giornata di lavoro e in passato molti altri residenti si erano ritrovati nell’abitazione sbagliata perché la segnaletica non era chiara e i pavimenti sembravano simili. “Ha commesso una serie di terribili errori”, ha detto Toby Shook, uno dei suoi avvocati. “La legge riconosce che è possibile fare degli errori”.
 
I pubblici ministeri hanno affermato il contrario: era “assurdo” credere che lo “stile commando” della 31enne fosse ragionevole, soprattutto data la sua formazione come agente di polizia e il fatto che lavorasse nel dipartimento da 4 anni. Hanno sottolineato che Guyger non si è fermata né ha chiesto rinforzi e messo in dubbio che prima di sparare a Jean gli avesse dato dei comandi verbali. Inoltre, dopo aver chiamato il 911 sembra avesse fornito assistenza medica limitata: Jean era morente a causa di una ferita al torace. Non era stanca, hanno sostenuto i pubblici ministeri, ma distratta perché stava facendo “sexting” con un collega. Davanti alla porta dell’abitazione di Jean c’era un tappeto rosso che era impossibile non notare.
 
Guyger – licenziata dalla polizia di Dallas – ha testimoniato in tribunale: “Temevo che questa persona presente nel mio appartamento mi avrebbe ucciso. Mi sento un pezzo di m*rda”. Jason Fine, un procuratore, ha definito la maggior parte della testimonianza di Guyger come “spazzatura”: Jean non si è comportato in modo minaccioso, si stava soltanto per alzare in piedi come farebbe chiunque vedendo una persona che fa irruzione nella propria abitazione. Prima ancora che lo facesse è stato ucciso a colpi di colpi d’arma da fuoco. “Uccidere quest’uomo è stato un gesto inutile e irragionevole”, ha osservato Fine.
 
La morte di Jean ha scatenato proteste e richieste di giustizia da parte di attivisti, una delle tante sparatorie razziste della polizia che manca di responsabilità. Sebbene fosse fuori servizio, Guyger era ancora in uniforme e quando ha visto Jean ha utilizzato l’arma d’ordinanza. Non manca chi critica il dipartimento di polizia, secondo cui a Guyger è stato concesso un trattamento privilegiato. Durante il processo, è emerso che il capo della Dallas Police Association avrebbe chiesto a un agente di chiudere il sistema di registrazione audiovisivo all’interno di un’auto di pattuglia così che subito dopo le riprese potesse avere una conversazione privata con Guyger.
 
Ben Crump, un avvocato della famiglia Jean, ha riferito alla NBC, che “L’America ha visto la fragilità di un uomo nero disarmato, ucciso in modo ingiustificabile e ha emesso un verdetto degno dell’atto criminale e vigliacco di questa donna, commesso uccidendo Botham Jean nel suo appartamento”. Crump ha aggiunto che l’episodio sottolinea la necessità di un addestramento migliore della polizia e il verdetto è per “i tanti esseri umani bianchi o neri disarmati in tutta l’America” morti nel corso di un’interazione con la polizia.
 
Fonte: The Guardian
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