Thailandia: leader delle ‘camicie rosse’ colpito e manifestante ucciso

L’ex maggiore dell’esercito Khattiya Sawasdipol, uno dei leader più radicali delle “camicie rosse” thailandesi, è stato ferito gravemente alla testa da un colpo di arma da fuoco nell’accampamento dei manifestanti antigovernativi a Bangkok. Lo riferisce la tv Thai Pbs.

Durante gli scontri nella capitale, un manifestante delle “camicie rosse” è rimasto ucciso negli scontri con i soldati all’entrata del quartiere finanziario di Silom a Bangkok.

E intanto gli Stati Uniti hanno annunciato di aver chiuso la loro ambasciata a Bangkok in seguito agli incidenti verificatisi nella capitale thailandese, dicendosi “molto preoccupati” della situazione.

Khattiya, conosciuto col soprannome di ‘Seh Daeng’ (comandante rosso), è stato portato d’urgenza in ospedale dopo una raffica di proiettili sparati intorno alle 19.30 (le 14.30 in Italia) presso la Sala Daeng Intersection, dove le camicie rosse hanno eretto la loro barricata più estesa.

Le forze armate hanno da tempo dispiegato cecchini sui tetti circostanti il bivacco dei sostenitori dell’ex premier Thaksin Shinawatra. Secondo l’agenzia stampa thailandese, il governo si accinge ad estendere lo stato di emergenza in altre 15 province per cercare di controllare il movimento antigovernativo, dopo averlo già dichiarato nella capitale Bangkok e nelle aree circostanti.

Sembra dunque giunto il momento della reazione militare del premier Abhisit Vejjajiva, di cui si parlava da giorni, in particolare dello sgombero dell’accampamento della camicie rosse a Bangkok.

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