Thailandia, pensionato arrestato per una battuta: “Dell’ambasciata non ho visto nessuno”

Thailandia, pensionato arrestato per una battuta: "Dell'ambasciata non ho visto nessuno"
Thailandia, pensionato arrestato per una battuta: “Dell’ambasciata non ho visto nessuno”

ROMA – Thailandia, pensionato arrestato per una battuta: “Dell’ambasciata non ho visto nessuno”. Può tornare in Italia Giorgio Pasquinucci, il pensionato di Grosseto arrestato all’aeroporto di Phuket in Thailandia per una battuta (“Mica ho una bomba”) dall’addetta al controllo bagagli. Ha scampato l’incubo della detenzione in un carcere tailandese ma ha dovuto riconoscersi colpevole e pagare una multa per trarsi d’impaccio.

Sono stati però momenti terribili, affrontati grazie all’aiuto di un agente della polizia turistica che parla italiano, un bravo avvocato e “una signora di un hotel che mi ha permesso di prelevare con la carta di credito tutti i soldi che mi ci volevano, e sono stati tanti”. Al redattore del quotidiano Il Tirreno ha spiegato però che nessun aiuto gli è arrivato dall’ambasciata, solo a cose fatte dal consolato si son messi in contatto con lui.

L’ambasciata l’ha aiutata?

«Assolutamente niente, è da oggi che mi sta telefonando il console che mi vuole parlare e mi vuole aiutare, ma secondo me lo fanno semplicemente solo perché il caso è arrivato alla ribalta mediatica nazionale. Quando avevo bisogno e ho chiesto aiuto non si è visto nessuno. Ora che è finito tutto, arrivano. Stamani (ieri) il console mi ha chiamato, vuole avere un colloquio con me per spiegare certe cose, quello che hanno fatto senza che io lo sapessi».

Chi l’ha aiutata?

«Diversa gente. Per esempio un poliziotto della polizia turistica che parla italiano, chiamato dal capitano del posto di polizia per darmi una mano perché hanno avuto pietà di me. Dopodiché sono stato fortunato a trovare un avvocato bravo e una signora di un hotel che mi ha permesso di prelevare con la carta di credito tutti i soldi che mi ci volevano, e sono stati tanti. Se non avessi avuto queste persone e quei soldi io sarei in galera. L’ambasciata diceva: “noi stiamo monitorando” il caso. Ho capito, ma a me mancavano i soldi; in teoria mi ci voleva un interprete perché non capivo niente, e una persona in supporto psicologico. Forse non vi rendete conto di come sono le galere in Thailandia, abbondano gechi, scarafaggi e compagnia bella». (Elisabetta Giorgi, Il Tirreno)

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