SVIZZERA Il bottino è da 1400 miliardi di dollari secondo i calcoli della Global Financial Integrity: a tanto ammonterebbero i fondi illeciti nascosti all’estero dai presidenti “ladri”. Così la Svizzera, per anni cassaforte estera dei capi di Stato, ha lanciato la sua caccia al tesoro per restituire i fondi ai paesi che hanno subito il danno, mentre la Banca mondiale stima il livello della corruzione globale in 40 miliardi di dollari all’anno.
Nella top ten dei dittatori fuggiti all’estero con il patrimonio c’è l’haitiano Jean Claude Duvalier, l’haitiano al potere dal 1971 al 1986, messo sotto inchiesta dalla confederazione elvetica per cercare di recuperare circa 120 milioni di dollari di fondi pubblici. Poi figura anche il nome di Saddam Hussein che avrebbe sottratto una cifra compresa tra i 10 e i 40 miliardi di dollari.
C’è anche l’ex scià di Persia scomparso Mohammed Reza Pahlavi con circa 35 miliardi e l’ex presidente indonesiano Suharto, con un bottino che si aggira tra i 15 e i 33 miliardi. Seguono poi quello di Bolgny della Costa d’Avorio, tra gli 8 e i 10 miliardi di tesori sottratti e ancora quello di Marcos delle Filippine, tra i 5 e i 10 e quelli di Dos Santos dell’Angola, Niazov del Turkmenistan, Moi del Kenya.