Torna la paura per Sakineh Mohammadi. Francia: “Iran fermi il boia”

ROMA – C'è grande apprensione nel mondo per la sorte di Sakineh Mohammadi Ashtiani, la donna iraniana condannata alla lapidazione nel 2006 per adulterio e concorso in omicidio – ma che potrebbe essere invece giustiziata tramite impiccagione – mentre continua la pressione da parte della comunita' internazionale e delle organizzazioni in difesa dei diritti umani sulle autorita' di Teheran per fermare il boia con un nuovo appello venuto oggi dalla Francia.

''Siamo estremamente preoccupati per le notizie circa una prossima impiccagione di Sakineh – ha dichiarato il portavoce del Quai d'Orsay, il ministero degli Esteri francese – e chiediamo alle autorita' iraniane di rinunciare a questa esecuzione, rispettando gli impegni internazionali che l'Iran ha sottoscritto''.

Sakineh Mohammadi Ashtiani, 44 anni, madre di famiglia, e' stata condannata a morte nel 2006 in due distinti processi, il primo per l'omicidio di suo marito, il secondo per adulterio. La condanna a morte per impiccagione relativa al reato di omicidio e' stata commutata in una pena di dieci anni di prigione in appello, mentre quella per lapidazione relativa all'adulterio e' stata riconfermata nel 2007.

A luglio del 2010, la giustizia iraniana, a seguito dell'ondata del movimento internazionale che aveva chiesto a gran voce la sua liberazione, ha sospeso la pena in attesa di un nuovo esame del dossier. Una pena che adesso potrebbe essere commutata in un cappio al collo per la donna, ha dichiarato qualche giorno fa il responsabile della giustizia della regione iraniana dell'Azerbaijan orientale, dove Sakineh e' detenuta.

Amnesty International ricorda poi che la donna simbolo della protesta anti-lapidazione ha ricevuto 99 frustate per adulterio, secondo una norma modellata sulla legge islamica.

''La Francia continua la sua strenua opposizione alla pena di morte, in tutto il mondo e in ogni circostanza'', ha ribadito comunque il responsabile del Quai d'Orsay.

Secondo dati citati dall'Afp – in base a informazioni raccolte sui media locali – dall'inizio dell'anno in corso le esecuzioni capitali nella repubblica islamica sono state 277. Human Rights Watch parla di 388 esecuzioni nel solo 2010 e Amnesty International di 252.

Parigi ha lanciato un appello anche per il caso della pakistana Asia Bibi, condannata a morte per blasfemia e il cui stato di salute fisico e psicologico si sta lentamente deteriorando. ''E' in cattiva salute – ha spiegato il portavoce Valero -, la Francia e' estremamente preoccupata''.

Nel novembre del 2010, Asia Bibi, cristiana di 46 anni, è stata condannata a morte per blasfemia in Pakistan.

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