Tornado italiani in Libia: due ore di missione. “Gli aerei più belli”, ma comandano inglesi e francesi

TRAPANI –  Alle 20 di domenica 20 dall’aeroporto di Trapani Birgi è decollata la prima coppia di Tornado ECR italiani, cui ne sono seguiti un terzo e un quarto. E infine gli ultimi due, una coppia di Tornado Ids che non fa parte del gruppo di otto aeroplani messo a disposizione dell’Italia, ma il cui impiego, in questo caso, è stato solo quello del rifornimento in volo degli altri velivoli.

Così hanno avuto inizio i raid italiani sulla Libia per quella che in gergo si chiama Sead, vale a dire la ”soppressione delle difese aeree nemiche”.

La missione si è conclusa poco prima delle 22.40, è durata poco più di due ore e mezza: ”tutto bene, tutto come previsto. I target sono stati colpiti”, hanno detto alla base. Intorno alle 21.20 erano rientrati alla base, subito dopo aver effettuato il rifornimento, i due Tornado Ids, che non sono entrati in teatro di operazioni.

Una nota dello Stato maggiore della Difesa spiega che “i sei caccia Tornado dell’Aeronautica Militare decollati dall’aeroporto di Trapani Birgi questa sera per condurre operazioni sul territorio libico sono rientrati nella base siciliana”.

Afferma lo Stato maggiore: “I caccia ECR hanno portato a termine la loro missione di soppressione delle difese aeree presenti sul territorio libico (in gergo tecnico dette SEAD – Suppression of Enemy Air Defense) che viene condotta mediante l’impiego di missili aria-superficie AGM-88 HARM (High-speed Anti Radiation Missile)”.

L’operazione è stata “iniziata alle 20:00 con il decollo del primo caccia ed è terminata alle 22:20 con l’atterraggio dell’ultimo velivolo della formazione”.

I due Tornado ‘tanker’, che appartengono al 6/o Stormo di Ghedi (Brescia), sono stati i primi a rientrare alla base dopo aver effettuato il rifornimento aereo degli altri velivoli. I Tornado ECR, che provengono dal 50/o Stormo di Piacenza, sono tra i velivoli attualmente rischierati sul 37/o Stormo di Trapani per l’operazione ‘Odyssey Dawn’.

Non è ancora nota la destinazione dei quattro Tornado ECR, anche se è presumibile che l’obiettivo siano stati i radar e i sistemi missilistici di Gheddafi. Del resto, come spiega l’ex capo di Stato maggiore della Difesa, Vincenzo Camporini, esperto pilota, il Tornado Ecr è fatto per quello: si tratta del ”mezzo più adatto per la neutralizzazione delle difese antiaeree nemiche. Né la Francia, né la Gran Bretagna hanno sistemi d’arma comparabili”, dice l’esperto, anche se viene da chiedersi a che pro, visto che il comando comunque lo hanno saldamente in mano proprio inglesi e francesi. Ma l’importante è sapersi accontentare.

L’artiglieria libica non è rimasta impassibile di fronte al raid dei Tornado italiani: proprio durante la missione dei caccia decollati da Trapani si è avuta notizia di esplosioni e forti colpi di contraerea sia a Bengasi che a Tripoli, nella zona in cui si trova il palazzo di Muammar Gheddafi da dove si è innalzata una colonna di fumo.

L’annuncio degli imminenti radar italiani lo aveva dato nel pomeriggio il ministro della Difesa, Ignazio La Russa:  4 Tornado Ecr e 4 F-16, tutti schierati nella base dell’Aeronautica di Trapani, sono pronti ad esseri impiegati ”in ogni momento” sui cieli della Libia. Gli otto aerei ”si aggiungono agli altri assetti forniti da tutte le altre nazioni e da oggi compiranno le loro azioni sotto un unico comando, che è a Napoli” e che è retto dall’ammiraglio Usa Samuel J. Locklear, che ”resterebbe lo stesso qualora il comando passasse dalla coalizione alla Nato”.

Il ministro della Difesa ha spiegato che ”ieri sera intorno alle ore 23 abbiamo ricevuto richiesta formale di assetti aerei da parte di altri Paesi e dalle 23:59 abbiamo dato la disponibilita’ di 8 velivoli: 4 caccia che hanno il compito di contrastare eventuali aerei che fossero contro la coalizione (gli intercettori F-16 – ndr), e 4 Tornado Ecr in grado di neutralizzare i radar nemici”. Ed il contributo dell’Italia, che gia’ mette a disposizione degli altri Paesi sette basi aeree in Puglia, Sicilia e Sardegna, potrebbe non fermarsi qui. ‘

‘E’ possibile – ha proseguito infatti il ministro – che si aggiungano altri assetti se sara’ necessario, ma per il momento sono solo questi otto aerei. Non si e’ ravvisata la necessita’, ancora, dei Tornado di altro genere, come quelli armati di missili a lunga gittata fino a 300 chilometri”. Il riferimento e’ appunto ai Tornado Ids, anch’essi rischierati nella base di Trapani ma non ancora messi a disposizione della coalizione ed utilizzati, almeno fino ad oggi, unicamente per rifornire in volo i quattro ECR. Sono stati i primi, stasera, a tornare alla base.

I caccia italiani sono destinati a volare nei prossimi giorni in ”pacchetti” multinazionali eterogenei, insieme ai velivoli di vario tipo di altri Paesi. Finora, come hanno ricordato in serata dal Pentagono, oltre a Francia, Gran Bretagna e Usa, altri quattro Paesi sono coinvolti nelle operazioni: Italia, Canada, Belgio e Qatar. Hanno gia’ aderito alla coalizione, poi, ha ricordato La Russa, Spagna e Danimarca, mentre stanno per farlo Norvegia, Emirati Arabi, e Australia”, ha spiegato La Russa. ”Credo che anche la Giordania sia in procinto di farlo e comunque – ha aggiunto – se ne vanno aggiungendo anche altri”. .

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