Torrette sui “Lince” per proteggere i soldati italiani, pronte ma mai arrivate

Torrette sui "Lince" per proteggere i soldati italiani, pronte ma mai arrivate
Foto Ansa

ROMA – Torrette blindate per proteggere i soldati italiani all’interno dei blindati “Lince”. torrette blindate che sono pronte da due anni ma che in Afghanistan non sono mai arrivate in massa, ma solo pochi pezzi.

E di certo non ne era certo dotato il Lince su cui viaggiava Giuseppe La Rosa, ucciso nei giorni scorsi da una granata sulle sabbie di Farah, e non ne sono dotate le centinaia di mezzi che si muovono ogni giorno attorno alla base di Herat.

Ma, come spiega Giampaolo Cadalanu su Repubblica esiste un’alternativa:

In realtà per salvare le vite dei militari impegnati nelle “missioni di pace” non c’era bisogno di aspettare le modernissime e costosissime “Hit Role” prodotte dall’azienda del gruppo Finmeccanica. Le Forze Armate italiane avevano un’alternativa: potevano dotare in fretta i Lince schierati in terra afgana di torrette a comando remoto prodotte in casa, equivalenti come prestazioni a quelle della Oto Melara e allo stesso tempo molto più economiche. Ma la scelta della Difesa è stata diversa.

Nel 2010 la ex Fabbrica d’armi  di Terni, di proprietà delle Forze Armate e ribattezzata con un filo di ipocrisia “Polo di mantenimento delle armi leggere”, aveva indetto un concorso per un sistema di comando remoto che proteggesse i mitraglieri. Si trattava in sostanza di portare visori e comandi della mitragliatrice all’interno della capsula protetta del Lince: joystick e schermi a cristalli liquidi garantivano che il tetto del blindato restasse sigillato.

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