NEW YORK – Anche i trans potranno entrare nelle forze armate degli Stati Uniti e coloro che già vi sono dentro non dovranno più nascondersi. I trans americani dal prossimo 1° luglio potranno di fatto diventare soldati ed entrare nell’esercito, una possibilità fino ad oggi negata se dichiarati. Ad annunciare la caduta del tabù è il Pentagono, che il 25 giugno ha comunicato che i transessuali non dovranno più nascondere la loro identità. La comunità Lgbt ha esultato: “I nostri militari transgender e le loro famiglie tirano un sospiro di sollievo Siamo grati al ministro Carter per lo storico risultato”.
Si tratta di una decisione contrastata da molti ma presa dal Pentagono alla vigilia della giornata del gay pride che verrà festeggiata in tutto il mondo. Una misura fortemente voluta dal segretario alla difesa Ash Carter, che poche settimane fa aveva varato un’altra rivoluzione: la possibilità che anche le donne soldato possano partecipare ai combattimenti in prima linea.
La caduta del divieto per i trans rappresenta l’ultima tappa di un percorso avviato dall’amministrazione Obama nel 2010, con l’abolizione del cosiddetto ‘Don’t ask don’t tell‘, la regola per cui nessun militare doveva dichiarare la propria omosessualita’, pena la radiazione.
L’annuncio ufficiale dell’abolizione del divieto per i transessuali nelle forze armate avverrà alla vigilia dell’Independence Day, il 4 luglio. Ma già la comunità gay esulta. Anche perché la novità dal Pentagono arriva nello stesso giorno in cui Barack Obama per decreto ha designato ‘monumento nazionale’ lo Stonewall Inn, lo storico pub del Greenwich Village, a Manhattan, teatro di epiche battaglie per il riconoscimento dei diritti della comunità Lgbt.
Il caso più famoso di un trans nell’esercito americano è quello di Cristopher Back, ex Rambo pluridecorato dei Navy Seal che una volta lasciato il corpo dei Marine nel 2013 ha fatto coming out, postando una sua foto come donna sui social media e cambiando nome in Kristin Back.
In generale, la decisione del Pentagono si inquadra nell’azione del presidente Barack Obama che nei suoi otto anni alla Casa Bianca ha spinto come nessun altro presidente della storia per il riconoscimento dei diritti della comunità Lgbt. La vittoria più grande, la legalizzazione delle nozze gay decisa dalla Corte Suprema.