Tunisia, sì al bikini e niente velo dagli islamici di Ennahada

ROMA, 30 DIC – Sì ai bikini sulle spiagge e niente veli per le turiste. Gli islamici tunisini di Ennahada, vincitori delle prime elezioni libere dopo la rivoluzione, non hanno alcuna voglia di strozzare la gallina dalla uova d'oro del turismo con il laccio del puritanesimo salafita. Niente divieti di costumi da bagno, niente veli alle turiste, niente islam dal volto truce che faccia scappare gli stranieri. Semmai, la nuova forza politica vuole ampliare l'offerta turistica. Non più solo spiagge, ma anche cultura e ambiente.

Rachid Ghannouci, leader di Ennahada, il nuovo uomo forte della Tunisia, racconta le sue idee sul turismo in una intervista al quotidiano panarabo Asharq alawsat, pubblicato a Londra e vicino alla monarchia saudita. Per la verità, Ghannouci nell'intervista parla di molte altre cose. Dalle relazioni con gli altri stati arabi ("vogliamo stabilire buoni rapporti, non ci interessa ricostituire il califfato unendo i governi islamici") all'ipotesi del riconoscimento di Israele ("non se ne parla finché non riconoscerà i diritti dei palestinesi"), dalla Siria ("la peggior ingiustizia che può essere vista nel mondo oggi ha luogo in Siria") alle rivoluzioni nel mondo arabo ("speriamo che gli stati del Golfo seguano il sentiero più facile e meno costoso, evitando le sollevazioni sociali").

Soprattutto, Ghannouci ripete per la millesima volta che Ennahada è un partito islamico moderato, che non toccherà la libertà di espressione e i diritti delle donne e che le grida di allarme dei suoi rivali laici sono solo propaganda. Si tratta in buona parte di cose già dette in molte occasioni. Ma il discorso sul turismo è nuovo e merita di essere riportato. "Il turismo rappresenta una risorsa essenziale per la nostra economia, e la Tunisia è un paese aperto al mondo esterno – dice il politico -. L'Islam non è una religione di isolamento, ma di apertura al mondo". Ghannouci arriva a scomodare il Profeta per legittimare l'industria turistica: "In verità, perfino nel Corano si dice ai musulmani 'viaggiate per il mondo'".

Con un tale viatico, il leader islamico indica la pista da seguire: "Lavoreremo per sviluppare l'industria turistica tunisina e superare la crisi che l'ha colpita, con riferimento alla scarsità di servizi e di scelta. Intendiamo diversificare la nostra industria e diventare una destinazione attrattiva per i turisti dai nostri paesi vicini, come Algeria, Libia e gli stati del Golfo, così come per giapponesi e americani".

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