TUNISI – Il leader dell‘opposizione tunisina, Chokri Belaïd, è stato ucciso in un agguato mercoledì mattina, 6 febbraio. Belaid, segretario del Partito dei patrioti democratici, è stato ammazzato mentre usciva dalla sua casa di Tunisi.
L’aggressore gli ha sparato a distanza ravvicinata quattro colpi di pistola.
Sabato scorso, 2 febbraio, Belaid aveva accusato il partito Ennahda (al governo) di aver assoldato “mercenari” per portare avanti un attacco al Partito dei patrioti democratici.
La notizia dell’uccisione di Chokri Belaid ha infiammato la Tunisia: ci sono state manifestazioni spontanee in molte città, come Sousse e Gafsa, e sono state prese d’assalto e incendiate diverse sedi di Ennahda, il partito islamico egemone al governo.
Belaid, 48 anni, avvocato, faceva parte del Fronte popolare e, per le sue posizioni a difesa della laicità dello Stato contro l’offensiva confessionale portata avanti di Ennahda, a favore di una progressiva islamizzazione della Tunisia. In passato era stato oggetto di esplicite minacce a causa del suo impegno civile. Il giorno prima di essere ucciso in una apparizione televisiva aveva attaccato Ennahdha, accusandolo di essere alla base dell’ondata di violenza politica che si è abbattuta sul Paese negli ultimi tempi.
Il presidente di Ennahda, Rached Gannouchi, si è affrettato a condannare l’uccisione di Chokri Belaid, invitando tutte le forze del Paese alle concordia e sollecitando la polizia a individuare i responsabili e ad assicurarli alla giustizia.
Da Strasburgo, il capo dello Stato tunisino, Moncef Marzouki, ha denunciato come ”odioso” l’assassinio del leader dell’opposizione, additando imprecisati ”nemici” che vorrebbero il fallimento della rivoluzione. L’Ue, per bocca del presidente dell’europarlamento Martin Schultz, ha a sua volta condannato con forza l’agguato. ”Questo crimine – ha detto Schultz rivolgendosi a Marzouki – non può restare impunito”.