Turchia, imboscata del Pkk: 13 soldati uccisi

ANKARA, 14 LUG – Nell'imboscata piu' sanguinosa degli ultimi tre anni, guerriglieri indipendentisti curdi del Pkk hanno ucciso 13 soldati nel sud-est della Turchia ferendone altri sette.

Le forze armate turche hanno reagito uccidendo almeno sette ''terroristi'' nel piu' recente capitolo di questione etnica che, in un quarto di secolo, ha fatto decine di migliaia di morti e stenta a trovare soluzione politica, come testimonia il boicottaggio curdo al parlamento di Ankara.

Gli scontri sono avvenuti nell'impervia zona di Silvan, citta' situata ad un'ottantina di chilometri a est di Diyarbakir, la 'capitale' dell'indipendentismo curdo. Media turchi parlano di ''imboscata'' segnalando che due dei soldati feriti sono gravi.

Sono stati mobilitati anche jet dell'aviazione ed elicotteri per il trasporto truppe. Gli scontri sono stati cosi' intensi che sarebbe andato a fuoco anche un bosco.

Divisi alla caduta dell'impero ottomano fra Turchia, Iraq, Iran e Siria, i 12-15 milioni di curdi in territorio turco reclamano una maggiore autonomia da Ankara con un'insurrezione che, condotta dal loro Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk), dal 1984 ha causato tra le 40 mila e le 45 mila vittime a seconda delle stime.

Per trovare un maggior numero di soldati uccisi in un attacco della formazione considerata terrorista dalla Turchia, ma anche da Ue e Usa, bisogna risalire all'ottobre 2008, quando nell'assalto ad una caserma sul confine con l'Iraq morirono 17 soldati.

Il Pkk aveva dichiarato un cessate-il-fuoco unilaterale nell'agosto scorso ma poi, in marzo, aveva minacciato di revocarlo lamentando un fallimento del dialogo del governo di Ankara con i curdi che reclamano l'autonomia della loro zona di insediamento (il sud-est del paese).

Da ultimo i ribelli si erano dichiarati in stato di ''difesa attiva'', nel senso che si sarebbero difesi se attaccati. Le ultime settimane erano state segnate da uccisioni di soldati e di ribelli, attentati minori e sequestri di persona, due compiuti proprio oggi.

Il primo ministro Recep Tayyip Erdogan ha reagito convocando un vertice d'emergenza con i capi di forze armate, gendarmeria e sicurezza cui ha partecipato anche il vicepremier responsabile per l'antiterrorismo, Besir Atalay. In un messaggio di condoglianze per i caduti, Erdogan ha assicurato che la Turchia ha i mezzi per ''sconfiggere il terrorismo'' senza rinunciare alle tutele democratiche.

L'episodio e' avvenuto nel giorno in cui sono naufragati i negoziati per far rientrare il boicottaggio del parlamento che la principale forza politica filocurda, il Bdp, sta conducendo per protestare contro la mancata scarcerazione di sei suoi eletti tenuti in custodia cautelare per fiancheggiamento del terrorismo indipendentista.

Il vicecapogruppo del Bdp, Selahattin Demirtas, ha invitato comunque a non collegare l'attacco con il boicottaggio. Gli ultimi segnali lanciati dal leader del Pkk in carcere, Abdullah Ocalan, erano stati peraltro molto distensivi e riguardavano la creazione di un ''consiglio di pace'' da creare con il governo turco, che pero' ha informalmente respinto la proposta.

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