Turchia: lasciano i militari, scontro aperto con il governo Erdogan

ROMA – L'ombra dei presunti piani golpisti del 2003 continua ad agitare la Turchia, dove sale alle stelle la tensione tra il governo e i vertici delle forze armate.

Che oggi pomeriggio si sono trovate improvvisamente senza guida: il capo di stato maggiore interforze, generale Isik Kosaner, si e' dimesso insieme ai capi dell'esercito, della marina e dell'aviazione. I motivi delle dimissioni, annunciate dalla Cnn turca, non sono stati precisati.

Oltre a Kosaner (che guidava le forze armate turche da circa un anno), i protagonisti del clamoroso 'passo indietro' sono il capo dell'esercito, generale Erdal Ceylanoglu, quello della Marina, ammiraglio Esref Ugur Yigit e il comandante dell'Aeronautica militare, Hasan Aksay. Kosaner, laconicamente, ha detto di essersi dimesso dopo aver giudicato questo atto ''necessario''.

I rapporti tra i militari – tutori della laicità dello stato turco voluta dal 'padre della patria' Ataturk – e il governo islamico moderato del primo ministro Tayyip Erdogan sono stati spesso tesi, ma l'ultimo motivo di forte attrito e' stata la proposta di promozione di generali detenuti per la loro presunta partecipazione al complotto antigovernativo che avrebbe preso il nome di Balyoz, 'martello'.

Erdogan ha negato l'esistenza di tensioni tra il governo e le forze armate – numericamente le seconde della Nato, dopo quelle Usa – in vista di una riunione del Consiglio militare supremo (Yas) in agenda per lunedì prossimo, affermando che ogni decisione presa in quella riunione sarà nel pieno rispetto della legge. L'agenzia di stampa statale Anadolu ha tenuto a precisare che i generali non si sono dimessi, ma hanno presentato una lettera con la richiesta di ''pensionamento''.

La notizia delle dimissioni, comunque, e' giunta dopo colloqui sullo Yas tra Kosaner, Erdogan e il presidente Abdullah Gul. La riunione dello Yas si tiene ogni agosto, e in quella sede si decidono promozioni e dimissioni dalle forze armate. Il coinvolgimento di comandanti e ufficiali in presunte trame golpiste ha generato una accresciuta tensione tra governo e vertici militari sulla richiesta di promozione di quegli alti ufficiali ancora in servizio – in tutto 41 – su cui la giustizia si deve pronunciare.

Il governo del Partito Giustizia e Sviluppo (che gli oppositori e difensori della laicità accusano di voler perseguire un'agenda islamica tutt'altro che moderata, accusa puntualmente respinta dall'esecutivo), aveva già fatto sapere che non avrebbe appoggiato la promozione di questi militari nel corso dell'incontro dello Yas.

Nei presunti piani per un colpo di stato, risalente al 2003 – poco dopo l'ascesa al potere del partito di Erdogan – e che sarebbe stato concepito durante un seminario delle forze armate, sono coinvolte complessivamente 195 persone, tutti membri in servizio o in pensione delle tre armi attualmente sotto processo.

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