SOMA – Il bilancio della strage nella miniera di Soma, in Turchia, si aggrava ulteriormente: sono 299 i morti. Lo ha annunciato il ministro dell’Energia turco Taner Yildiz spiegando che nella miniera c’è stato un nuovo incendio e questo ha reso ancora più difficile il lavoro dei soccorritori. Yildiz ha detto di contare sul fatto che le vittime saranno tra le “299-300-302”. In sostanza, mancano all’appello ancora 18 minatori e probabilmente sono gli ultimi rimasti intrappolati nella miniera della morte.
Non si placano intanto le proteste innescate dalla rabbia per le centinaia di minatori morti nella miniera. Proprio nella città che è stata teatro del peggior disastro della storia industriale del Paese, sono scese in strada 10mila persone; e la polizia in assetto antisommossa ha usato gas lacrimogeni, idranti e proiettili di gomma per sedare la folla, che scandiva slogan contro il governo del premier, Recep Tayyip Erdogan.
Tre giorni dopo il disastro costato la vita a circa 300 operai, l’azienda che gestisce la miniera ha respinto le accuse di negligenza ed errori; ma ha ammesso che la camera-rifugio che avrebbe potuto salvare molte vite non era stata ancora costruita. Quando si era cominciato a lavorare nella miniera, ha spiegato il direttore generale della Soma Holding, Ramazan Dogru, in un’affollata conferenza stampa, la miniera disponeva di una camera di sopravvivenza, in grado di ospitare 500 persone; ma era stata chiusa quando la produzione si era spostata in un’altra zona della miniera.
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