Uber ha pagato tangenti per espandersi in Europa e nel mondo? Inchiesta in Usa

Uber ha pagato tangenti per espandersi in Europa e nel mondo? Inchiesta in Usa
Uber ha pagato tangenti per espandersi in Europa e nel mondo? Inchiesta in Usa

ROMA – Uber, la start up dei trasporti che è diventata la bestia nera dei taxisti di tutto il mondo, ha pagato mazzette e ha corrotto pubblici funzionari, comunali e statali, nei Paesi dove ha cercato di espandersi? Se lo chiede non il sindacato dei taxi ma il Dipartimento della Giustizia americano, che ha aperto una inchiesta. Non si conoscono altri dettagli. Ad esempio non è stato rivelato in quali Paesi siano state versate le tangenti.
La stessa Uber ha confermato che il Dipartimento della Giustizia sta indagando per capire se i manager abbiano violato le leggi statunitensi che vietano la corruzione di funzionari all’estero.
Uber, ha detto un portavoce, sta collaborando con l’inchiesta. La notizia è stata riportata inizialmente dal Wall Street Journal ma il Dipartimento di Giustizia non ha rilasciato commenti. L’indagine federale sulla corruzione colpisce per un solo aspetto: le start-up di Silicon Valley raramente affrontano questo tipo di verifica.
L’indagine può essere interpretata come un’aggressiva strategia internazionale perseguita dall’ex CEO Travis Kalanick. Con Kalanick, in soli otto anni l’azienda di San Francisco si è estesa a 77 Paesi.
Il caso è solo l’ultimo di una lunga serie di traversie che sta affrontando l’azienda.
Un problema è la reputazione di Uber per quanto riguarda la violazione delle regole e per una cultura ostile alle donne e alle minoranze sottorappresentate. Due indagini federali avviate a maggio, una di corruzione e un’inchiesta, sono mirate a scoprire se la società ha utilizzato speciali software per eludere la sorveglianza di agenti in luoghi in cui i servizi taxi sono vietati o limitati.
Uber, inoltre, ha bisogno anche di riacquistare la fiducia degli autisti, dopo che la società ha ammesso di averli sottopagati per quasi tre anni a New York.
E dovrà continuare a combattere una causa importante contro Waymo (Google) un’impresa di Alphabet che utilizza la tecnologia per creare autovetture autonome, che dovrà stabilire se l’azienda ha rubato dei segreti così da realizzare il proprio programma di vetture a guida autonoma.
L’inchiesta di corruzione è preliminare, secondo il Wall Street Journal: in base a ciò che scopriranno, il Dipartimento di Giustizia potrebbe avviare un’indagine più ampia.
Le strategie di espansione internazionali, intraprese dai manager nazionali e dallo stesso Kalanick, spesso hanno portato a delle controversie. L’azienda si è ritirata da Cina e Russia di fronte alla feroce concorrenza dei locali, sostenuti dal governo. Uber, inoltre, ha infranto le leggi sul trasporto in Corea del Sud e in Francia e recentemente è stata sospesa nelle Filippine; è in rotta di collisione con le autorità di regolamentazione europee per stabilire se debba essere o meno soggetta alle stesse normative del servizio taxi regolare.
Le norme statunitensi per impedire la corruzione all’estero derivano da una legge del periodo Watergate, nota come “U.S. Foreign Corrupt Practice Act” che vieta non solo il pagamento di tangenti a funzionari stranieri, ma anche il proposito di corrompere o pratiche contabili ingannevoli.
I pagamenti includono ricevere o offrire denaro in contanti o offerte diverse dal denaro contante a un funzionario straniero.

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