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Ucraina. Kiev torna a trasformarsi in un campo di battaglia

di lgermini |25 Gennaio 2014 9:46

Scontri polizia dimostranti a Kiev

UCRAINA, KIEV – Torna a trasformarsi in un campo di battaglia via Grushevski, la strada del centro di Kiev che porta ai palazzi del potere. Nella notte poliziotti e manifestanti antigovernativi sono tornati ad affrontarsi davanti allo stadio della Dinamo Kiev rompendo una fragile tregua che era iniziata la mattina del 23 gennaio.

Non è servita, dunque, la timida apertura del presidente ucraino Viktor Ianukovich, che nel pomeriggio di venerdi, dopo un incontro con il commissario Ue all’Allargamento Stefan Fule, ha annunciato che presto potrebbe esserci un rimpasto di governo e che saranno modificate le “liberticide” leggi anti-protesta che hanno suscitato le recenti violenze.

Gli scontri sono ripresi attorno a mezzanotte e mezzo (le 23.30 in Italia). I dimostranti hanno incendiato una barriera di pneumatici, creando una cortina di fuoco e fumo fra loro e i poliziotti, che usano un cannone ad acqua per cercare di spegnere le fiamme e – secondo alcuni manifestanti – sparano dei proiettili di gomma.

Gli insorti in questi due giorni di tregua hanno innalzato almeno tre linee di barricate alte anche tre metri usando pietre divelte dal selciato e pneumatici, ma soprattutto sacchi bianchi pieni di neve ghiacciata, e non sembrano intenzionati a mollare. Da dietro le barricate lanciano contro gli agenti molotov e fuochi d’artificio, colorati e festosi, ma sicuramente non innocui, mentre alcuni di loro incitano i compagni battendo ritmicamente sui pali della luce o su dei barili di petrolio vuoti con delle mazze.

Uno dei dimostranti brandisce una motosega accesa come se fosse un’arma da usare contro il nemico, che però è lontano, oltre il nero del fumo che si innalza verso il cielo in una gelida notte d’inverno ucraina. Su due balconi di un palazzo vicino, troppo vicino alle fiamme, sono esposti due striscioni bianchi con l’identica scritta a caratteri rossi: “Qui vive della gente”.

“Voglio continuare a preparare la rivoluzione”, ha detto  in una conferenza stampa l’oppositore ucraino che in un video postato nei giorni scorsi su YouTube viene denudato e picchiato dalla polizia. Mykhailo Gavryliuk, 34 anni, originario dell’ovest (roccaforte dei nazionalisti ucraini), ha detto che i poliziotti che lo hanno malmenato parlavano russo e venivano probabilmente dalle regioni russofone dell’est. “Io sono un cosacco, ho fatto il giuramento e difenderò il popolo ucraino”, ha aggiunto.

I cosacchi sono i coloni-guerrieri che nel 500 e 600 si installarono nel sud dell’Ucraina per fuggire alle dominazioni di russi e polacchi. “Dopo che mi hanno preso, mi hanno dato colpi di manganello sulle gambe, sulla testa, sul busto – ha raccontato Gavryliuk. ”Dopo avermi picchiato, mi hanno spogliato completamente e mi hanno gettato a terra. Quando ero a terra, nudo, mi hanno messo un piede sulla testa e hanno scattato delle foto”.

Gravryliuk ha aggiunto che i poliziotti hanno tagliato con un coltello il suo ciuffo tipico dei cosacchi e poi gli hanno detto di gridare “Io amo i berkut” (gli agenti anti-sommossa ucraini), cosa che lui non ha fatto. Quindi  stato picchiato fino a svenire ed  stato portato all’ospedale, da dove poi è uscito libero. Il ministero dell’Interno ha chiesto scusa per gli atti definiti “inammissibili” degli agenti e ha promesso di aprire un’inchiesta.

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