SEBASTOPOLI – “Torniamo alla Russia”, cantano fuori dai seggi di Sebastopoli gli ucraini filorussi della Crimea. E intanto l’inno russo accompagna in sottofondo il voto del referendum sull’adesione alla Russia che potrebbe sancire la scissione della Crimea dall’Ucraina. Un voto importante e sentito da tutti, tanto che l’affluenza sfonda la soglia di un milione di elettori, pari al 64%.
Il voto è iniziato la mattina del 16 marzo e i seggi rimarranno aperti fino alle 21 ora italiana e l’affluenza già dalle prime ore è stata record. Già in serata potrebbero arrivare i risultati di questo referendum storico, annuncia l’amministrazione di Sebastopoli, mentre a Simferopoli, capitale della Crimea, hanno già votato oltre 200 persone nelle prime due ore dall’apertura.
Intanto la tensione resta alta anche la mattina di domenica 16 marzo, dopo che Kiev aveva annunciato il respingimento di un’invasione di truppe russe nelle zone al confine con la Crimea, nella regione di Kershon. E mentre l’esercito russo si muoveva, in sede di consultazione dell’Onu la Russia ha posto il veto sulla risoluzione, scatenando il disappunto degli Stati Uniti e ottenendo l’astensione dal voto della Cina.
“CRIMEA ALLA RUSSIA, SI’ O NO?” – Due i quesiti del referendum in corso in Crimea, in tre lingue (russo, ucraino e tataro), a cui rispondere “sì” o “no”:
“Siete a favore della riunificazione della Crimea con la Russia come entità costituente?.
“Siete a favore dell’ applicazione della costituzione della repubblica di Crimea del 1992 e dello status della Crimea come parte dell’Ucraina?”.
AFFLUENZA AL VOTO – Al voto oltre 1,5 milioni di aventi diritto, in 1205 distretti elettorali, con 27 commissioni elettorali cittadine e distrettuali. Nel distinto referendum di Sebastopoli sono chiamati al voto 306.000 elettori in 192 seggi. In tutto, secondo Itar-Tass, una settantina di osservatori da 23 Paesi, compresa l’Italia: si tratta di deputati, eurodeputati ed esperti europei di diritto internazionale e attivisti per i diritti umani, invitati dalle autorità locali. Non sono presenti osservatori dell’Osce né della Csi. Le autorità della Crimea prevedono un’affluenza alle urne molto alta. Secondo alcuni sondaggi, oltre l’80% vuole la riunificazione con la Russia.
Nel villaggio tataro Bajhcisarai, teatro di manifestazioni pro-Kiev negli ultimi giorni, l’affluenza alle urne è sostenuta. A Sebastopoli sono migliaia gli elettori che stanno votando per il referendum sull’adesione della Crimea alla Russia: nel seggio 850098 a poca distanza dal centro della città si registrano code e sono oltre 2 mila quelli che hanno già votato. “Torniamo a casa”, dice qualche elettrice mostrando la scheda prima di inserirla nell’urna trasparente.
L’inno russo viene trasmesso dagli altoparlanti piazzati in tutta Sebastopoli, dove ha sede la flotta russa del Mar Nero. Ovunque bandiere russe, manifesti contro la Nato, appelli a votare sì perché “il futuro dipende della vostra scelta” si legge nei poster elettorali affissi dappertutto. I militari russi controllano le strade: è una presenza massiccia e visibile.
“L’affluenza a Sebastopoli sfiora il 30%”, oltre 100.000 votanti, a meno di quattro ore dall’apertura dei seggi per il referendum di adesione alla Russia. Lo dicono all’ANSA fonti qualificate dell’amministrazione della città. I dati ufficiali sulla partecipazione al voto dovrebbero essere annunciati alle 12.30 (le 11.30 italiane).
HACKER FILORUSSI CONTRO NATO – Poche ore prima dall’apertura delle urne, un gruppo di hacker ucraini filorussi che si fa chiamare CyberBerkout ha lanciato un attacco informatico ai siti web della Nato. E’ stata la stessa portavoce dell’ Alleanza Atlantica, Oana Lungescu, a renderlo noto nella notte, precisando con un tweet che “gli attacchi non avuto impatti sull’operatività dell’organizzazione”.
Il gruppo di hacker sul proprio sito ha rivendicato l’attacco:
“Dichiariamo che oggi (15 marzo, ndr) alle 18.00 abbiamo lanciato un attacco contro la Nato perché non ammettiamo la presenza dell’Alleanza Atlantica sul territorio della nostra patria”.
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