ROMA – Ufo, via segreti su documenti X-files. Incidenti e collisioni ad alta quota, avvistamenti, fenomeni inspiegabili: sulla presenza di oggetti volanti non identificati, gli Ufo insomma, esiste una montagna di documenti, testimonianze e segnalazioni che però sono tenuti sotto chiave.
X-files sui quali tuttavia si sta alzando il velo. Un archivio dati classificati dalle autorità – governi, servizi segreti – come top secret che piano piano stanno diventando consultabili. La Cia ha postato per ora molti documenti su internet offrendo strumenti pratici di investigazione e si impegna a togliere il filtro a tutti gli X-files. Il governo britannico ha rimosso gli ultimi ostacoli per la pubblicazione di 18 dossier dedicati agli Ufo e a breve ne potremo prendere visione.
Va sottolineato, oltre alla prevedibile soddisfazione di provare a penetrare più di un mistero ufologico, il passo avanti in nome della trasparenza in un ambito dove finora si era opposto il massimo di segretezza. In nome della sicurezza nazionale. Per non spaventare una opinione pubblica impreparata a ricevere informazioni sensibili. Segretezza accompagnata da un certo grado di auto-censura e omertà per esempio da parte di piloti di aereo che hanno sperimentato in volo incontri ravvicinati del terzo tipo, alimentando quello che Sabrina Pieragostini e Pablo Ayo, nel loro libro “Mistero Ufo” chiamano il codice del silenzio.
Certo – i documenti lo proveranno – si può già ora rilevare che improvvise apparizioni luminescenti, la presenza di misteriosi oggetti è stata storicamente riscontrata in zone sensibili dal punto di vista della guerra delle spie: più che a evidenze “marziane”, bisogna giustificare il picco di avvistamenti con droni o altri marchingegni telecomandati al servizio degli 007 dei vari paesi in conflitto, ricorda Guido Olimpio sul Corriere della Sera. E allora russi che spiano americani nelle zone interdette degli esperimenti su nuove armi, come l’Area 51 in Nevada. E ancora, indiani contro cinesi, iraniani contro tutti ecc… Ma sono ancora le testimonianze dirette che stuzzicano ancora fantasia mista ad angoscia.
Luglio 2013, cielo di Reading, Gran Bretagna. Un pilota di un Airbus è costretto a una manovra improvvisa per evitare una collisione. Riporta l’incidente, non può farne a meno. Un episodio ben noto che suscita speculazioni e interesse su quello che ha segnalato l’ufficiale, su quell’oggetto troppo vicino. Molti anni prima: 1992, Torino. È il comandante dell’Alitalia Massimo Poggi ad avvistare un «disco» insieme al suo secondo. L’ufficiale è di nuovo un testimone, in mezzo all’Atlantico, durante un volo da Roma a San Paolo del Brasile. Prima un fischio lacerante all’interno delle cuffie, quindi una luce verde sotto il jumbo della compagnia di bandiera. (Guido Olimpio, Corriere della Sera)