Uganda. Frana cancella villaggio, 100 i morti 300 i dispersi

Una massa di fango, di alberi e di detriti è franata oggi, 2 marzo, su tre villaggi da una montagna nell’Uganga orientale, in seguito alle piogge torrenziali che ieri sono cadute senza tregua sulla regione, prossima al confine con Kenya. La violenza dell’acqua e delle molteplici frane si è abbattuta sui villaggi di Namesti, Kubehwo e Namangasa intorno alle 6.00 del mattino, sorprendendo centinaia di persone ancora nel sonno.

Anche la chiesa e il presidio medico con un piccolo reparto maternità sono stati investiti dalla colata di fango. Dopo ore di ricerche, nel pomeriggio il ministro ugandese per le situazioni d’emergenza, Musa Ecweru, ha detto che sono stati recuperati 100 cadaveri (sei in chiesa) ma che più di 300 persone risultano disperse e non ci sono molte speranze di riuscire a trovarle vive.

Il maltempo continua a imperversare e rallenta i soccorsi. Anche l’esercito è stato mobilitato ma molte strade sono interrotte e raggiungere il luogo del disastro resta molto complicato. I soldati giunti sul posto scavano con badili, zappe, vanghe, ma con il calar della notte saranno inevitabilmente costretti ad interrompere il lavoro.

Nei tre villaggi, secondo Ecweru, finora solo una trentina di persone sono state ritrovate in vita. La regione del disastro è quella di Bududa: la città più vicina è Mbale e dista una quarantina di chilometri dalla frana più imponente. Rinforzi stanno cercando di raggiungere l’area ma la pioggia che continua a cadere rischia di provocare altri smottamenti e ogni spostamento di mezzi deve essere effettuato con estrema cautela. Ciò nonostante la Croce Rossa ugandese sta cercando di far arrivare ai sopravvissuti viveri e bottiglie d’acqua.

Secondo gli esperti l’intera regione del Monte Elgon – dove abitano complessivamente circa 3.000 persone, alcune in agglomerati di dimensioni poco più che familiari – è a rischio. Quest’anno la situazione è particolarmente grave a causa del fenomeno climatico El Nino, in seguito al quale l’Uganda in ottobre 2009 aveva emesso un avviso di massima allesrta valido fino al marzo 2010. Il ministro Ecweru ha dichiarato che probabilmente l’area non potrà mai essere messa in sicurezza: una volta passata l’emergenza, almeno 7.000 persone che abitano in altre regioni montagnose limitrofe dovranno perciò essere trasferite in località meno pericolose.

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