Uganda: pene durissime per mutilazioni e omosessualità

Il parlamento ugandese ha approvato una legge che punisce con severità la mutilazione genitale femminile, mentre si accinge a varare una norma estremamente dura contro l’omosessualità.

Per quanto riguarda la mutilazione genitale femminile (molto diffusa tra le etnie dell’est del Paese) la legge prevede 10 anni di prigione per chiunque la pratichi, e l’ergastolo se l’intervento conduce alla morte della persona. Stando a dati dell’Onu, tre milioni di bimbe e fanciulle rischiano la mutilazione ogni anno in Africa, mentre oltre 90 milioni di donne vivono con i segni di questo barbaro intervento.

Tempi sempre più duri, invece, per gli omosessuali, già fuori legge in Uganda. Il provvedimento che il parlamento di Kampala si accinge a varare – tra le proteste dei gruppi degli attivisti dei diritti umani e della società civile – prevede la pena di morte per gli uomini che facciano sesso con un minore o un disabile, o infettino il partner con virus dell’Hiv.

Viene severamente punito anche il tentativo di avere relazioni omosessuali – pratica che, stando al testo di legge, é stata importata nel Paese dagli stranieri – e chi, al corrente di una relazione omosessuale, non la denuncia. Per il relatore David Bahati «si tratta di proteggere i valori della famiglia. Non crediamo che l’omosessualità faccia parte dei diritti umani».

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