Ci pensa, minaccia, poi fa retromarcia. Lancia un ultimatum il pastore della Florida Terry Jones, quello del burning day del Corano (poi abolito). Nel giro di due ore vuole una risposta sullo spostamento della Moschea di Ground Zero, o ritornerà sui suoi passi.
Jones è disposto a mettere di nuovo tutto il mondo in allerta: o si fa come dice lui o brucerà il Libro sacro dell’islam in occasione dell’anniversario dell’11 settembre. E’ questo il primo avvertimento.
Il tempo è scaduto, nessuno gli ha fatto sapere nulla. Jones lo comunica alle tv e alla stampa, ma non ha riscontri. Passata la fase due, va alla tre: ci ripensa, almeno secondo il portavoce della sua Chiesa a Gainsville: “Non ci sarà nessun falò”.
L’Imam di New York, Faisal Abdul Rauf, ha ribadito ancora una volta di non avere in agenda nessun incontro con il pastore.
Barack Obama, nella sua conferenza stampa alla Casa Bianca, alla vigilia della strage alle Torri Gemelle, ha sottolineato come gli Usa ”non sono mai stati in guerra con l’Islam, ma con i terroristi di Al Qaida”. Poi senza mai dire il nome di Jones ha affermato: ”La mia speranza è che quest’individuo ci preghi sopra e torni sui suoi passi”.
L’America si sconvolge, i media sono divisi su come affrontare la questione burning day, ma il presidente cerca di dare fiducia al paese. Prova a sedare gli animi e a continuare nel suo cammino per il dialogo.
Le dichiarazioni di Jones hanno fatto riapparire dopo due anni anche la figlia Emma Jones. Non si parlano da tempo, ma la giovane ha accettato di parlare del padre al settimanale tedesco Der Spiegel. E lo ha fatto senza risparmiare le critiche. ”Sono scioccata e e condanno” i suoi propositi, ha detto al giornale, che ha pubblicato oggi l’intervista nell’edizione online. ”Quando sento ciò che dice nelle interviste sulle sue ragioni, mi sembra un altro”, ha aggiunto. La donna ha già cercato di convincerlo a desistere, ma senza successo.
”Sì, gli ho mandato un’e-mail”, ha detto: ”Ho scritto ‘Papà non lo fare. Non ho avuto più contatti con lui da quando ha lasciato Colonia nel 2008, ma penso che il suo piano sia spaventoso e percio’ l’ho implorato a valutare le conseguenze, non solo per lui ma per il mondo intero”. Il tentativo, tuttavia, sembra essere caduto nel vuoto perché da Terry Jones non è arrivata risposta.