Usa 2016. Wp, le ”relazioni pericolose” di Donald Trump

Tony ''Fat Boy'' Salerno
Tony ”Fat Boy” Salerno

USA, WASHINGTON – Donald Trump e le sue “relazioni pericolose” del passato, i suoi contatti con ambienti vicini o contigui alla mafia newyorkese.

Ne parla il Washington Post, ripercorrendo in una inchiesta la scalata verso il successo del magnate del mattone, oggi candidato repubblicano alla Casa Bianca. Una ricostruzione basata su vecchie carte processuali, ma con la premessa che Trump non è stato mai accusato di alcuna illegalità.

Però dai documenti emergono rapporti con alcuni personaggi legati alla più potenti famiglie mafiose che gestivano il settore delle costruzioni nella Grande Mela negli anni ’70 ed ’80. Anni in cui – scrive il Post – per assecondare le sue enormi ambizioni espansionistiche Trump dovette vedersela con gli ambienti del braccio newyorkese di Cosa Nostra.

Con la criminalità organizzata che in quel periodo aveva il controllo non solo del settore degli appalti, ma anche di gran parte dei sindacati, delle ispezioni governative, delle forniture per l’edilizia e dello smaltimento dei rifiuti.

Il famoso Trump Plaza di Manhattan, per esempio, fu costruito col cemento armato fornito dalla S&A Concrete Co., i cui proprietari erano Anthony “Fat Tony” Salerno, uomo dei Genovese, e Paul Castellano, uomo dei Gambino. I due boss pretesero ed ottennero l’appalto per la fornitura di cemento, a prezzi gonfiati per quasi tutti i principali progetti edilizi a New York. E li’ fecero soldi a palate.

Salerno finì poi in carcere per associazione a delinquere di stampo mafioso e turbativa d’asta. E il suo avvocato, Roy Cohn, (ex consulente del senatore repubblicano John McCarthty), rimase molto amico di Trump e a volte lo difese anche in tribunale. Trump – scrive inoltre il Washington Post – costruì il suo successo, che arrivò all’apice negli anni ’80, anche pagando cifre enormi a molti politici di turno.

Solo nel 1985 – scrive il quotidiano – contribuì con circa 150.000 dollari alla campagna elettorale di alcuni candidati locali, l’equivalente di 330.000 dollari di oggi. “Più pagavo – ammise candidamente una volta lo stesso Trump – e più diventavo ricco”. Ben al di la’ delle attese, quando nel 1968 iniziò l’attività imprenditoriale col padre Fred Trump mettendosi poi in proprio nel 1971, quando inizio’ la costruzione di quello che oggi e’ un vero e proprio impero immobiliare.

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