Usa. Mago della truffa enologica rischia 40 anni di prigione

Rudy Kurnyavan
Rudy Kurnyavan

USA, NEW YOK -Li incantava come Antonio Albanese nelle parti del sommelier in Che Tempo Fa inducendoli a sborsare decine di migliaia di dollari per una bottiglia di vino pregiato. Che poi vino pregiato non era, ma un falso clamoroso confezionato per anni, dal 2004 al 2012, dal mago della truffa enologica nella cucina della sua casa di Los Angeles. Rudy Kurniawan, un indonesiano di 37 anni, e’ stato riconosciuto colpevole di aver beffato per anni milionari e collezionisti.

Gente come Bill Koch, velista e enofilo, che lo avrebbe pagato oltre 2 milioni di dollari per 219 bottiglie false. Per questa truffa da capogiro Kurniawan rischia adesso 40 anni di carcere. Koch intanto ha assunto un enologo esperto per accertare quante delle 43 mila pregiatissime bottiglie della sua cantina siano in realtà’ un mix di vinacci da pochi dollari comprati al supermercato o arrivati in container dal grande mercato dei vini falsi, la Cina. Illustri riviste come Wine Spectator si interrogano intanto sulla possibilità che la maxi truffa dell’indonesiano non sia in realtà’ che la punta di un iceberg:

“Anche ora, dopo che una giuria federale lo ha dichiarato colpevole di frode enologica Kurniawan resta una figura misteriosa. Da dove viene? Quanto vino ha venduto? Ha agito da solo o e’ stato il ‘frontman’ di una rete di persone, la maggior parte delle quali fuori dagli Stati Uniti, che stanno avvelenando il mercato dei vini rari?”. Kurniawan, il primo individuo processato e condannato negli Usa per frode enologica, era emerso nel circuito dei vini pregiati una decina di anni fa e rapidamente era diventato una figura fissa alle aste e alle serate di degustazione, celebre per la sua passione per il Bordeaux e un talento per scoprire i falsi.

I collezionisti lo avevano soprannominato Dottor Conti per la predilezione del Domaine de la Romanè-Conti. Kurniawan era entrato così’ nel business del vino da collezione, esplorando cantine extralusso in Europa e negli Usa alla ricerca di bottiglie speciali che poi venivano vendute all’incanto e privatamente. L’ironia della sorte e’ che il falsario non e’ stato scoperto da un fine intenditore che all’assaggio ha smascherato il vino tarocco: a inguaiare l’indonesiano sono state alcune etichette con errori di ortografia o che avevano inventato vendemmie inesistenti: ad esempio quella di un raro vino francese datato 1928, sei anni prima che quel quel tipo di vendemmia venisse effettivamente imbottigliata.

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