Usa. Brooklyn nera in rivolta contro polizia dopo uccisione sedicenne di colore

NEW YORK, STATI UNITI -La Brooklyn nera è in rivolta contro la polizia e non accennano a diminuire le tensioni della comunita’ afroamericana di East Flatbush, una delle zone piu’ degradate del quartiere di New York, in seguito all’uccisione del sedicenne di colore Kimani Gray da parte della polizia.

Nuovi scontri sono terminati con il ferimento di un agente, colpito in pieno viso da un mattone, e circa 50 persone sono state arrestate. Tra queste c’e’ anche la sorella della vittima, che avrebbe addirittura puntato una pistola carica contro due agenti.

Alcune zone del quartiere newyorkese si sono trasformate ancora una volta in pochi giorni in un campo di battaglia, con gruppi di giovani armati di bottiglie e mattoni, diversi negozi danneggiati, e altri con le serrande abbassate in segno di protesta.

La prima violenta manifestazione era avvenuta dopo la veglia organizzata per ricordare il teenager ucciso nella notte di sabato, e altri disordini sono scoppiati quando l’ufficio del medico legale ha fatto sapere che Kimani e’ stato ucciso con ben sette colpi di pistola. In molti lo hanno gia’ definito un nuovo caso ‘Trayvon Martin’, l’adolescente di colore ucciso in Florida da un vigilante nel febbraio del 2012: un caso su cui intervenne anche il presidente Barack Obama.

Aumentano poi le polemiche nei confronti dello ‘stop and frisk’ (fermare e perquisire), la pratica autorizzata dal sindaco Michael Bloomberg per prevenire la criminalita’. Secondo la ricostruzione dei fatti fornita dagli inquirenti, due agenti in borghese hanno fermato Kimani nel corso di una discussione tra un gruppo di persone. A quel punto il ragazzo avrebbe estratto una pistola e i poliziotti hanno naturalmente risposto aprendo subito il fuoco.

”Sulla strada e’ stato trovato il revolver calibro 38 presumibilmente di Kimani – ha affermato il capo della polizia di New York, Ray Kelly – e gli agenti hanno seguito la procedura. Se minacciati con armi da fuoco ”devono prima sparare e poi fare domande”, ha detto. Nessun provvedimento e’ stato adottato nei confronti degli agenti”.

Una versione, questa, contestata dalla famiglia della vittima, secondo cui invece il teenager era disarmato. Anche un testimone ha raccontato al quotidiano Daily News di non aver notato alcuna pistola in mano al ragazzo. ”E’ un momento molto difficile per la nostra comunita”’, ha commentato un portavoce dei Gray. ”Kimani aveva paura delle armi – ha spiegato il cugino della vittima, Charles, 35 anni – Vogliamo giustizia”.

E tra i rappresentanti delle minoranze di Brooklyn scoppia la protesta per gli eccessi di perquisizioni nei confronti di neri e ispanici: parlano di una comunita’ frustrata, che non ce la fa piu’ a causa degli abusi dei poliziotti, in gran parte bianchi, contro i giovani afroamericani e latinos.

Il fatto è che nei quatieri più diseredati della metropoli, tra cui il Bronx e, appunto, certi settori di Brooklyn, disoccupazione, povertà, droga e lotta tra bande di neri e latinos, rende la situazione spesso incandescente, e i poliziotti in servizio, a volte assediati nelle loro auto da gruppi di scalmanati, hanno il grilletto facile.

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