Usa, Casey Anthony è libera. Le proteste:Mamma killer

NEW YORK – Casey Anthony, la madre di 25 anni della Florida accusata – come lo e’ stata Anna Maria Franzoni a Cogne – di aver ucciso la figlia di 2 anni, Caylee, ha lasciato oggi definitivamente il carcere in cui e’ stata detenuta per quattro anni. Ma il suo caso, definito ”il processo del secolo” dai social network come Facebook e Twitter che l’hanno seguito in diretta, continua a spaccare l’America. Nonostante la donna sia stata assolta dall’accusa di omicidio (ma non da quella di occultamento di cadavere).

Nel lasciare il carcere, Casey Anthony ha trovato oggi ad attenderla almeno trecento persone che l’hanno insultata e minacciata, reclamando la pena di morte nei suoi confronti. Esattamente come avevano fatto nel corso del lungo processo che l’ha vista imputata per omicidio e per occultamento di cadavere, oltre che per reati minori. In America molti continuano ad essere convinti della sua colpevolezza. Al punto da organizzare sit-in davanti al carcere, per protestare contro di lei, l’assoluzione, la liberazione.

Le autorita’ se lo aspettavano e per questo avevano disposto un servizio di sicurezza speciale per il suo rilascio: guardie armate di fucili e mitra per proteggere i pochi secondi necessari all’ex imputata e al suo avvocato per uscire dal carcere e raggiungere un suv parcheggiato all’esterno, a bordo del quale lei e’ fuggita per una localita’ segreta. La donna non ha detto una parola mentre centinaia di persone inveivano contro di lei e contro la giuria che l’ha assolta. Chiamandola ”assassina” ed esibendo cartelli per chiedere giustizia ”in nome di Caylee”.

E’ stata questa l’ultima puntata del caso giudiziario piu’ seguito degli ultimi anni, che ha visto l’opinione pubblica americana nettamente divisa tra colpevolisti e innocentisti. La piccola Caylee, nata il 9 agosto del 2005, venne vista per l’ultima volta con sua madre il 16 giugno del 2008. Un mese dopo la nonna, Cindy Anthony, ne denuncio’ la scomparsa. I resti della bambina vennero scoperti solo 6 mesi dopo, l’11 dicembre, in una zona boscosa vicina alla casa degli Anthony.

In un primo tempo la madre disse che la figlia era stata rapita dalla baby sitter. Al processo e’ stato dimostrato che era una menzogna. La donna disse anche che lavorava agli Universal Studios, come aveva lasciato credere per anni ai suoi genitori. Ma le indagini accertarono che anche questa era una menzogna. La donna, arrestata per omicidio e occultamente di cadavere, al processo e’ stata condannata per aver mentito alle autorita’.

Ma assolta dall’accusa di omicidio: la piccola annego’ nella piscina dei nonni, e lei, Casey Anthony, nascose il cadavere, aiutata dai genitori. Una sentenza che non solo ha sollevato dubbi negli Usa, ma anche l’indignazione pubblica di centinaia di persone, al punto da andare a protestare fuori dal carcere.

Gestione cookie