Usa: chiese evangeliche reclutano fedeli con arti marziali

Pubblicato il 2 Febbraio 2010 - 19:30 OLTRE 6 MESI FA

Dopo la musica rock, lo skate-board e perfino lo yoga, i pastori evangelici usano anche le arti marziali, quelle più violente, per reclutare nuovi fedeli.

In Chiesa di giovani se ne vedono sempre di meno e così la National Association of Evangelicals Church, che raccoglie più di quarantacinquemila centri di culto in tutti gli Stati Uniti, prova ad attirarli organizzando appuntamenti a metà strada tra le messe e i match di boxe, in cui gli atleti, ma anche i loro allenatori, prima del match a bordo ring si abbracciano in preghiera.

A questo nuovo metodo di proselitismo oggi il New York Times dedica un pezzo in prima pagina dal titolo: «Ora il gregge dei fedeli è un fight team».

L’obiettivo dell’iniziativa è avvicinare alla fede quei milioni di spettatori che da anni seguono in televisione i loro eroi del kick boxing, della lotta libera, o dello “Ultimate Fighting Championship”, una sorta di lotta all’ultimo sangue di gran moda, in cui per vincere è permesso quasi tutto.

Facendo i conti, queste organizzazioni hanno visto che le loro messe sono piene di anziani, donne e bambini, ma nessun uomo tra i 18 e 1 40 anni d’età. Proprio il target che più ama le arti marziali. Tuttavia cercare di attirarli con queste nuove iniziative, inevitabilmente, porta a trasformare anche il messaggio evangelico, accentuandone l’aspetto più “maschile” e violento.