INDIANAPOLIS – Siete vestiti bene, avete una faccia pulita e non destate sospetti? Ai controlli di sicurezza degli aeroporti di Indianapolis (Indiana) e Tampa (Florida) potreste saltare la fila ed evitarvi tutte quelle stressanti procedure di sicurezza a cui sono costretti tutti i passeggeri dall’11 settembre del 2001. E in futuro questa selezione in base alle regole della scienza del comportamento potrebbero essere estesa a tutti gli aeroporti americani e poi del mondo. Ma l’adagio non diceva che l’abito non fa il monaco? Di solito i terroristi sono vestiti a puntino e fanno di tutto per sembrare persone insospettabili…
La Tsa (l’agenzia statunitense per la sicurezza dei trasporti) ha deciso di sperimentare modelli più “soft” di controlli per smaltire le code e creare meno stress ai passeggeri. A Indianapois e Tampa funziona così: degli addetti alla sicurezza scrutano nelle file ai controlli le persone che sembrano più “affidabili”, per abbigliamento e comportamento. Gli si avvicinano e iniziano un breve dialogo al termine del quale, se ritengono la persona “idonea”, la fanno uscire dalla fila e la accompagnano verso una corsia preferenziale dove non ci si devono togliere le scarpe, orologio, cinta, ecc; non si devono togliere liquidi o pc dalla valigia: si deve semplicemente poggiare il proprio bagaglio a mano nel rullo e passare sotto il metal detector o body scanner senza svestirsi.
Una selezione quindi basata sull’abbigliamento e sui comportamenti che punta a estendere a più soggetti, scelti però sul momento, quello che già esiste con il nome di Pre-Chek Program. Finora con questo programma passeggeri abituali possono saltare la fila ai controlli compilando prima dei lunghissimi questionari e lasciando le proprie impronte digitali. La novità che si vuole introdurre negli Usa, in sperimentazione a Indianapolis e a Tampa, è estendere questo modella “all’istante”, ovvero senza rilascio di impronte o compilazione di questionari, ma selezionando le persone “affidabili” sul momento.
Non mancano ovviamente le critiche a questo modello, che la Tsa spera un giorno di estendere a tutti gli aeroporti americani. C’è chi teme che il ricorso alla scienza del comportamento per selezionare le persone ai controlli di sicurezza sia un metodo troppo soggettivo, che potrebbe far saltare i controlli, ad esempio, a un terrorista ben vestito, che parla perfettamente l’inglese e che si sa comportare. Allo stesso tempo, dicono gli scettici, il metodo potrebbe essere altamente razzista: chi farebbe passare mai un arabo, magari vestito con abiti musulmani, nella corsia preferenziale dei controlli? Nessuno, eppure magari quell’arabo è una persona per bene, a differenza della bella ragazza vestita bene e che ispira fiducia, e che magari è una trafficante di droga…